Inviare foto, dare informazioni personali, farsi vedere in webcam, accettare incontri con sconosciuti: crescono rispetto allo scorso anno i comportamenti potenzialmente a rischio.
Ti è mai capitato, in Internet, di ricevere da uno sconosciuto la richiesta di:
Oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a uno sconosciuto, ed il 24,6% (contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. Ma è nel Mezzogiorno che il fenomeno assume proporzioni maggiori, dove quasi un adolescente su tre dichiara di aver dato informazioni personali , come il proprio numero e di telefono e l’indirizzo della scuola, a sconosciuti.
Nella stragrande maggioranza dei casi questi “sconosciuti” sono altri adolescenti, ma non sono rari i casi in cui l’interlocutore sconosciuto sia un adulto (il che non significa che sia un pedofilo).
Commento del Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Ugazio
“Un superamento ambiguo”, dichiara Ugazio, commentando il sorpasso della rete sulla televisione. “Di per sé è un fatto positivo perché Internet è una straordinaria finestra sul mondo, con un enorme potenziale di arricchimento culturale e di crescita, soprattutto se rapportato a ciò’ che oggi propone la televisione. Ma tutto dipende da come si usa. Se il web viene usato prevalentemente per chattare, per sostituire ai rapporti reali una comunicazione virtuale, se aumentano sul web i comportamenti potenzialmente a rischio, allora sorge qualche dubbio su questo sorpasso. Che inevitabilmente chiama in causa la famiglia. Curiosità, desiderio di conoscenza, capacità di distinguere bene e male sono valori da insegnare nell’infanzia, nei primissimi anni di vita, perché quando si arriva a 12-14 anni diventa molto più difficile. Un bambino che ha assimilato questi valori sarà molto probabilmente un adolescente che saprà prendere il meglio dal web”.
Commentando i risultati generali della ricerca Ugazio sottolinea che va letto in chiave positiva il dato relativo alla riduzione del fumo e dell’alcol, “segno probabilmente che le campagne di comunicazione stanno funzionando”. Tuttavia “ la ricerca mostra anche che si sta riducendo la coscienza del rischio di alcuni comportamenti (vedi paragrafo successivo) e cio’ richiama ancora una volta l’attenzione sulla necessità di un ruolo più forte della famiglia e della scuola. Il superamento del modello patriarcale autoritario, senza un modello alternativo, mostra i suoi limiti. Troppo spesso, in nome del relativismo etico, si affidano ai figli decisioni che non vogliono e non possono prendere”.
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