Quando uno o più sintomi del Covid-19 si protraggono per settimane o mesi si parla di Long Covid syndrome.
Disturbi della memoria o dell’attenzione, rallentamento, stanchezza mentale, mancanza di lucidità e fatica nelle attività quotidiane come lavorare, guidare la macchina o fare la spesa sono solo alcuni dei problemi vissuti da chi risulta teoricamente guarito, anche con tampone negativo, ma la lista dei problemi è più ampia e sorprendente.
Ecco alcuni dei disturbi riportati:
. mancanza di respiro
. affaticamento o spossatezza
. emicrania, mal di testa
. perdita dell’olfatto e/o del gusto
. problemi cognitivi
. difficolta nella comunicazione verbale
. difficoltà a trovare le parole
. difficoltà a elaborare testi scritti
. difficoltà a dormire
. confusione mentale, anche improvvisa e acuta
. difficoltà nella concentrazione
. difficoltà a pensare
. difficoltà nella risoluzione di problemi
. allucinazioni visive, uditive, tattili
. ictus, micro ischemie
. aritmie e/o palpitazioni
. ansia o depressione
. perdita della memoria
. difficoltà a dormire
. intolleranza all’attività fisica o mentale
. stanchezza e dolori muscolari e articolari
. problemi cutanei
. febbre
. problemi gastrointestinali: diarrea, perdita dell’appetito, nausea, reflusso gastroesofageo.
Tra le conseguenze a lungo termine dell’infezione da Sars-CoV-2 vi sono quindi anche sintomi gastroenterologici come la diarrea, ma anche sintomi extraintestinali come l’astenia che colpisce sino al 40% dei soggetti che hanno avuto l’infezione.
Un nuovo studio dimostra che l’infezione acuta da SARS-CoV-2 può influenzare l’asse cervello-intestino.
Cinque mesi dopo l’infezione acuta, persistono lievi sintomi gastroenterologici, in particolare nei pazienti che riportano diarrea nella fase acuta dell’infezione.
I pazienti infetti sono anche a maggior rischio di stanchezza cronica e di disturbi somatoformi, sostenendo così l’ipotesi che sia i disturbi funzionali gastrointestinali che quelli somatoformi possano avere un’origine biologica comune.
Autori della ricerca, condotta su 164 pazienti dopo 5 mesi dall’infezione acuta da Covid-19, sono Maurizio Vecchi, docente dell’Università Statale e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente dell’Ateneo, e il Dott. Guido Basilisco dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
“Abbiamo analizzato a distanza di cinque mesi dall’infezione acuta da Covid-19 i pazienti ricoverati presso il nostro Ospedale per capire se i sintomi gastroenterici che caratterizzano le malattie funzionali gastrointestinali come l’intestino irritabile e i sintomi cosiddetti somatoformi come l’ astenia, possano essere presenti a mesi dall’infezione”, spiegano i ricercatori.
“I risultati sono stati confrontati con quelli di soggetti sani della stessa area geografica.
I dati dimostrano che i sintomi gastroenterologici, tra cui il più frequente è la diarrea, persistono a distanza dall’infezione, sebbene in forma lieve.
Tra i sintomi extraintestinali invece molto frequente è l’astenia, presente sino nel 40% dei soggetti colpiti dal Covid”.
Questi risultati suggeriscono come la complessa sintomatologia che caratterizza le malattie funzionali gastrointestinali, inclusi i sintomi somatoformi, possa avere una comune origine biologica.
Il nuovo studio è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurogastroenterology and Motility e selezionato come comunicazione orale al congresso gastroenterologico statunitense, la Digestive Disease Week.
Qui sotto alcuni link per chi volesse approfondire.
Vedi anche:
Long COVID syndrome, i sintomi continuano per mesi (21/01/2021)
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Long COVID syndrome 2: problemi di memoria e attenzione (26/02/2021)
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Covid-19 legato a disturbi psichiatrici e vice versa (26/11/2020)
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Per saperne di più
Neurogastroenterology & Motility
Functional gastrointestinal and somatoform symptoms five months after SARS-CoV-2 infection: A controlled cohort study
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta