Il consumo di alimenti e bevande contenenti flavonoli può contribuire a preservare la memoria e le capacità cognitive nel tempo.
In particolare, tre componenti specifici dei flavonoli: kaempferolo, miricetina e quercetina sono stati associati a un declino cognitivo globale più lento.

I risultati di una nuova ricerca pubblicata su Neurology, il giornale ufficiale dell’American Academy of Neurology, suggeriscono che l’assunzione con la dieta di flavonoli può rallentare il tasso di declino della cognizione globale e di molteplici abilità cognitive legato con l’avanzare dell’età.

Sono stati riscontrati miglioramenti della memoria episodica, la memoria semantica, la capacità visuo-spaziale, la velocità percettiva e la memoria di lavoro.

Gli alimenti che hanno contribuito maggiormente a ciascun antiossidante sono stati: cavolo, fagioli, tè, spinaci e broccoli per il kaempferolo; pomodori, cavolo, mele e tè per la quercetina; tè, vino, cavolo, arance e pomodori per la miricetina; pere, olio d’oliva, vino e salsa di pomodoro per l’isorhamnetina.

Lo studio

I ricercatori hanno utilizzato i dati del Rush Memory and Aging Project (MAP), una coorte di residenti di Chicago provenienti da comunità di riposo e alloggi pubblici per anziani senza demenza nota all’inizio della ricerca.

Lo studio ha incluso circa 960 partecipanti con un’età media di 81 anni, seguiti per una media di 7 anni.

La maggior parte (75%) era di sesso femminile e di razza bianca (98%).

Ogni anno i partecipanti hanno compilato un questionario sulla frequenza con cui mangiavano determinati alimenti ed hanno completato test cognitivi e di memoria, tra cui il richiamo di elenchi di parole, la memorizzazione di numeri e l’inserimento nell’ordine corretto.

I partecipanti hanno anche dichiarato il loro livello di istruzione, il tempo trascorso a svolgere attività fisiche e attività mentali come la lettura e i giochi.

I partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi in base alla quantità di flavonoli assunti.

La quantità media di flavonoli assunta dagli adulti statunitensi è di circa 16-20 mg al giorno mentre nello studio il gruppo con il più basso apporto di flavonoli corrisponde a circa 5 mg al giorno e il gruppo con il più alto a 15 mg al giorno, l’equivalente di 1 tazza di verdure a foglia scura.

Per determinare i tassi di declino cognitivo, i ricercatori hanno utilizzato un punteggio globale di cognizione che riassume 19 test cognitivi.

Il punteggio medio è variato da 0,5 per chi non aveva problemi cognitivi a 0,2 per le persone con lieve deterioramento cognitivo e a -0,5 per le persone con il morbo di Alzheimer.

Dopo aver tenuto conto di fattori che avrebbero potuto influenzare il tasso di declino della memoria, come l’età, il sesso e il fumo, i ricercatori hanno scoperto che il punteggio cognitivo di coloro che avevano il più alto apporto di flavonoli (equivalente a una porzione di verdure a foglia al giorno) aveva una riduzione del 32% del tasso di declino cognitivo rispetto ai più bassi.

Thomas Holland, MD, MS. primo autore di questo studio è assistente professore al Rush Institute for Aging del Rush University Medical Center di Chicago, Illinois.

Holland, ha osservato che, con l’avanzare dell’età, i radicali liberi possono causare danni alle cellule, noti come stress ossidativo.

“Quando ingeriamo alimenti che contengono antiossidanti come i flavonoli o la vitamina E, questi antiossidanti agiscono come agenti riducenti ed essenzialmente distruggono i radicali liberi e prevengono ulteriori danni cellulari”, ha osservato Holland.

Quando i ricercatori hanno suddiviso i flavonoli in quattro componenti – kaempferolo, quercetina, miricetina e isoramnetina – hanno scoperto che i partecipanti con il più alto apporto di kaempferolo, che si trova tra l’altro nel cavolo, nei fagioli, nel tè, negli spinaci e nei broccoli, avevano un tasso di declino cognitivo del 32% più lento rispetto a quelli con il più basso apporto di kaempferolo.

I soggetti con il più alto apporto di quercetina, che si trova nei pomodori, nel cavolo, nelle mele e nel tè, hanno registrato un tasso di declino cognitivo più lento del 30% rispetto a quelli che consumavano meno quercetina.

I partecipanti con il più alto apporto di miricetina, che si trova nel vino, nel cavolo, nelle arance e nei pomodori, hanno registrato un tasso di declino cognitivo più lento del 31% rispetto a quelli che hanno consumato la quantità più bassa.

L’isoramnetina alimentare non è risultata legata alla cognizione globale.

Tra le limitazioni dello studio va ricordato il possibile rischio di distorsione dovuto all’auto-segnalazione dell’assunzione di cibo da parte dei partecipanti e il fatto che, a causa dell’età, i partecipanti al progetto MAP potrebbero essere stati a rischio di deterioramento cognitivo o di malattie subcliniche, rendendo meno affidabili i rapporti sul consumo di cibo.

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Per saperne di più
Neurology
Association of Dietary Intake of Flavonols With Changes in Global Cognition and Several Cognitive Abilities
Thomas Monroe Holland, Puja Agarwal, Yamin Wang, Klodian Dhana, Sue E. Leurgans, Kyla Shea, Sarah L Booth, Kumar Rajan, Julie A. Schneider, Lisa L. Barnes
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P3783
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta

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