Sono due milioni gli italiani che hanno contratto l'epatite C. I nuovi casi sono circa tremila l'anno e ben diecimila le persone che annualmente muoiono per le conseguenze dell'infezione.
Anche se rimane silente per anni il virus, infatti, è la causa principale di
mortalità per cirrosi e carcinoma epatico ed è l'indicazione
più frequente al trapianto di fegato.
Eppure spesso gli italiani conoscono poco questa infezione.
Lo dimostra l'indagine "Epatite C percezione e conoscenza", commissionata da Donneinrete Onlus e Women in Hepatology e condotta da Swg e Health Communication, presentata in questi giorni a Roma alla Camera, per il lancio della campagna "Per salvare il fegato non ci vuole fegato. Solo un test". Dai dati emerge che solo un italiano su cinque ha percezione della reale diffusione dell'infezione.
Non solo: molti, tra quanti vivono da vicino la malattia, non hanno idea di quale sia stata la fonte del contagio. In assenza di informazioni, poi, si continuano a temere le trasfusioni e i contatti con persone infette.
Nonostante ciò, l'epatite C non e' considerata fonte di preoccupazione dalla popolazione ed
è surclassata da malattie come la demenza senile e
più rare come la sclerosi multipla.
(MDN)
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