Secondo uno studio accettato per la pubblicazione dal The Endocrine Society’s Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM), vivere con un ricambio metabolico più rapido, accorcia la vita. Per gli animali vi sono più evidenze, per gli umani, meno.
Secondo Reiner Jumpertz, MD, del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases in Phoenix, Ariz., coordinatore dello studio: "Abbiamo trovato che un più alto tasso metabolico endogeno, che è quanta energia il corpo consuma per le normali funzioni, rappresenta un fattore di rischio di anticipata mortalità. Questo indice metabolico accelerato può portare a danni anticipati agli organi (in effetti, invecchiamento accelerato), probabilmente a causa dell'accumulo di sostanze tossiche prodotte dall'aumento del ricambio energetico."
"E' importante notare che questi dati non si applicano all'energia spesa durante l'esercizio fisico, che chiaramente ha effetti benefici sulla salute."
Sempre secondo Reiner Jumpertz: "I risultati di questo studio possono
aiutarci a comprendere alcuni dei meccanismi sottostanti all'invecchiamento e danno indicazioni sul perché riduzioni dell'indice metabolico, per esempio con una minore introduzione di calorie nell'organismo, sembrano essere benefiche per la salute umana."
Allo studio hanno collaborato anche i ricercatori: Robert Hanson, Maurice Sievers, Peter Bennett, Robert Nelson and Jonathan Krakoff of the National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, National Institutes of Health, in Phoenix, Ariz.
L'articolo “Higher energy expenditure in humans predicts natural mortality,” appare sul numero del giugno 2011 di JCEM.
Fonte
The Endocrine Society
(MDN)
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