Il virus dell'epatite G è stato identificato
nel 1995. Dopo qualche ricerca, nel 1997 la US Food and Drug Administration (FDA) lo ha classificato come non pericoloso.
Ora ricercatori dell'Arabia Saudita, scrivendo sul Journal of Immunological Studies rimettono in discussione questa decisione e sostengono che la trasmissione del virus tramite il sangue donato, così come attraverso altre strade di infezione, ha portato un
incremento di cirrosi e di cancro del fegato.
Il virus dell'epatite G, HGV, è stato rinominato come GB virus C , GBV-C, ed è un virus della famiglia Flaviviridae che non è ancora stato assegnato ad un genere.
Curiosamente, qualche evidenza suggerisce che una co-infezione con il virus dell'AIDS, HIV, stimola i sistema immunitario dei pazienti colpiti. Tuttavia, ciò che preoccupa Mughis Uddin Ahmed del King Abdulaziz Hospital (NGHA) di Al-Ahsa, Saudi Arabia, è l'effetto del virus sul fegato di pazienti altrimenti sani.
Lo studioso sottolinea che da quando la FDA ha dichiarato il virus non pericoloso
nessun controllo è stato fatto sul sangue donato.
Tuttavia Mughis Uddin Ahmed ha ricontrollato la letteratura scientifica degli ultimi 16
anni e ne è emerso che il virus è piuttosto diffuso, nel mondo.
Inoltre vi è una correlazione tra l'infezione con questo virus ed epatite, cirrosi del fegato ed è possibile che sia collegato al carcinoma epatocellulare.
Mughis Uddin Ahmed ha anche trovato un apparente legame con disordini ematici e neoplasie ematologiche.
Per questa ragione Mughis Uddin Ahmed auspica che siano fatte ricerche per determinare se
non si tratti di un patogeno umano o di un cancerogeno virale.
Lo studioso suggerisce poi di controllare urgentemente la presenza del virus nel sangue donato per evitare che venga continuamente trasferito in modo
inconsapevole dai lavoratori e dai conntenitori, rischiando
le stesse morbilità e mortalità viste con il virus dell'epatite C, fino a quando non sono stati adottati controlli.
Per saperne di più l'articolo completo è:
Inderscience Publishers
"Hepatitis G virus (HGV): where we stand and what to do?" in Int. J. Immunological Studies, 2011, 1, 255-263
(MDN)
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