Il 'Brain pacemaker', un pacemaker impiantato nel cervello per contrastare almeno in parte i sintomi legati al Morbo di Parkinson è stato valutato a tre anni dall'impianto.
Il dispositivo, chiamato deep brain stimulation, DBS, ha dato benefici motori in percentuali decrescenti: dall'iniziale 42,5% al più modesto 29,7% dopo 3 anni.
Il dispositivo influisce esclusivamente
sulle capacità motorie e non intende essere una cura, ma solo un mezzo per mitigare alcuni dei problemi legati al Morbo di Parkinson quando gli effetti collaterali legati alle normali terapie diventano difficilmente accettabili o quando queste non sono più efficaci. Il fatto che gli effetti abbiano seguito una curva decrescente con il passare del tempo è stato interpretato in linea con il normale decadimento legato alla malattia.
Il test è stato effettuato impiantando un elettrodo nel cervello e collegandolo ad una batteria sottopelle nel collo di 89 pazienti.
Ha coordinato lo studio Frances M. Weaver, PhD, che colabora con l'Edward Hines Jr. VA Hospital e con la Loyola University Chicago Stritch School of Medicine. Lo studio è stato pubblicato sul numero online di giugno 2012 di Neurology®, il giornale dell'American Academy of
Neurology.
Per saperne di più
Loyola University Health System
( MDN )
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