Ecco due utilizzi alternativi e decisamente inusuali per la seta: come agente che elimina facilmente e rapidamente batteri e spore di microbi come l'antrace, e come mezzo per conservare e distribuire senza bisogno mantenere refrigerati, vaccini ed antibiotici.
Vediamo il primo utilizzo.
Un semplice economico trattamento di immersione ed asciugatura può convertire della normale seta in un tessuto che uccide in pochi minuti pericolosi batteri, anche le robuste spore di microbi come l'antrace.
I ricercatori ricordano come, in condizioni avverse, i batteri
della specie Bacillus, tra i quali l'antrace, diventano spore dormienti ricoprendosi
con robusti strati protettivi. In questo stato le spore possono sopravvivere al calore, alle radiazioni, agli
antibiotici ed a condizioni ambientali molto difficili; alcune sono tornate a vivere dopo 250 milioni di anni.
Alcune sostanze chimiche, possono distruggere le spore batteriche e sono state applicate a tessuti come il cotone, il poliestere, il nylon ed il kevlar. Tra le più note ci sono gli agenti ossidanti, come i composti del cloro.
Questi tessuti trattati sono efficaci nei confronti di molti batteri, ma molto meno contro le spore. I ricercatori hanno provato a vedere cosa
sarebbe successo a fare questi trattamenti sulla seta.
Con un procedimento piuttosto semplice, un normale tessuto di seta è stato immerso dai ricercatori in una soluzione di una sostanza simile alla candeggina,
risciacquato con acqua, ed asciugato.
La seta trattata per circa un'ora ha sostanzialmente ucciso tutti i batteri Escherichia coli testati sul tessuto, in circa 10 minuti, ed ha ottenuto analogo risultato nei confronti delle spore di un parente dell'Antrace.
Per maggiori dettagli sul modo di sottoporre a cloro il tessuto potete vedere la pagina in inglese di questa notizia.
Gli autori della ricerca mettono in evidenza altri possibili utilizzi di questa scoperta come per esempio la purificazione dell'acqua.
Il secondo utilizzo della seta riguarda la possibilità di conservare e distribuire vaccini ed antibiotici senza doverli tenere refrigerati, con tutto ciò che ne consegue.
L'utilizzo della maggior parte dei vaccini e di molti antibiotici e condizionato dalla necessità di creare e mantenere una catena del freddo che ne garantisca l'efficacia. Si tratta di
strutture chimiche che perdono efficacia se esposte a calore o umidità. La catena del freddo incide per l'80% dei costi dei vaccini. Il mancato rispetto di queste condizioni comporta la perdita di circa la metà dei vaccini nel mondo, in particolare nelle nazioni in via di sviluppo.
Un gruppo di ricercatori diretti dal Dr. David L. Kaplan alla Tufts University
ha studiato alcune proteine della seta per vedere se potevano allungare la scadenza di vaccini ed antibiotici a temperature più alte.
Le fibre prodotte dal baco da seta sono molto resistenti ai cambiamenti di temperatura ed umidità. Precedenti studi hanno trovato che le fibre riescono a formare un ambiente simile alla trama del tessuto che aiuta ad immobilizzare le molecole ed a stabilizzarne le strutture.
Il gruppo di lavoro ha sviluppato un film a base di
seta e l'ha testato con il vaccino vivo di morbillo, parotite e rosolia (MMR), così come con penicillina e tetraciclina. Questo vaccino non regge l'aumento della temperatura: perde rapidamente efficacia se tenuto sopra i 2-8°C.
I ricercatori hanno trovato che immobilizzando il vaccino nel film di seta riuscivano ad aumentarne notevolmente la stabilità. Anche alla temperatura di 45°C per sei mesi il vaccino manteneva la propria efficacia all'80%, cosa che,
diversamente, sarebbe stata impossibile.
Con questo trattamento la tetraciclina conservata a 60°C per 4 settimane ha perso solo il 20% della sua azione, mentre normalmente in queste condizioni sarebbe diventata completamente inefficace.
La penicillina a 60°C per 30 giorni non ha praticamente perso attività mentre la perdita senza seta sarebbe stata del 20%.
Il gruppo del Dr. Kaplan ora sta verificando le eventuali possibili altre applicazioni di questa tecnica.
Per saperne di più
American Chemical Society
http://www.nih.gov/
( MDN )
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