I neonati il cui cordone ombelicale è stato tagliato 3 minuti più tardi del solito sviluppano meno facilmente deficienze di ferro. E' quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Medicine dal ricercatore Magnus Domellöf
e da i suoi collaboratori.
La carenza di ferro e l'anemia da carenza di ferro sono tra i maggiori problemi nei bambini piccoli nel mondo e sono legati con
uno sviluppo nervoso carente.
Studi in Africa e Sud America, dove la carenza di ferro è più comune hanno mostrato che il ritardo nel taglio del cordone ombelicale migliora la situazione nei bambini,
ma non è chiaro se ciò valga anche in Svezia o in altri paesi ricchi.
In mancanza di indicazioni univoche gli ospedali seguono protocolli propri.
Il Professor Magnus Domellöf, allo Umeå University’s Department of Clinical Sciences, unità pediatrica, ha condotto uno studio clinico paragonando gli effetti del taglio nei due diversi tempi, insieme con Ola Andersson dell'Hospital of Halland, ad Halmstadn nel sud della Svezia.
Sono stati controllati 400 neonati, ad alcuni dei quali era stato tagliato il cordone ombelicale 3 minuti dopo la nascita e ad altri dopo meno di 10 secondi.
All'età di 4 mesi, quelli a cui era stato tagliato il cordone
ombelicale dopo 3 minuti beneficiavano di maggiori livelli di ferro.
Per ogni 20 bambini ai cui era stato tagliato il cordone dopo 3 minuti o più sarebbe
stato evitato un caso di carenza di ferro e, sempre tra i bambini con taglio ritardato, vi erano meno casi di anemia
neonatale.
Secondo quanto pubblicato sul British Medical Journal non si sono verificati effetti secondari avversi.
I ricercatori hanno concluso che il taglio dilazionato dovrebbe essere considerato la regola per parti a fine gestazione, senza complicazioni, anche nei paesi sviluppati.
Per saperne di più
Umeå universitet
http://www.bmj.com/content/343/bmj.d7157
Full bibliographic
information
O Andersson, L Hellström-Westas, D Andersson, M Domellöf: Delayed Versus Early Cord Clamping: Neonatal Outcomes and Iron Status at 4 Months – a Randomised Trial. British Medical Journal, published online 2011-11-15
http://www.bmj.com/content/343/bmj.d7157
(MDN)
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