Le ultime scoperte ribaltano alcuni luoghi comuni scoprendo che riscaldamenti più brevi e di minore intensità sono sono meglio per incrementare la resa dei ciclisti.
Preparatori, fisiologi ed atleti facilmente vi spiegheranno l'importanza del riscaldamento prima di una competizione atletica.
Il riscaldamento aumenta la temperatura dei muscoli, accelera l'utilizzo di ossigeno ed incrementa il metabolismo anaerobico, e tutto ciò incrementa il rendimento.
Tuttavia la questione di quanto pesante debba essere il riscaldamento e di quanto debba durare, è ancora aperta.
Ora i ricercatori della University of Calgary Human Performance Laboratory in Calgary, Alberta, Canada, hanno trovato che poco rende di più.
In uno studio nel quale sono stati messi a confronto gli effetti di un riscaldamento tradizionale, intenso, con quelli di uno meno pesante e più breve, è emerso che per 10 ciclisti ben allenati, il riscaldamento breve affaticava meno i muscoli permettendo
loro di raggiungere picchi più alti di resa.
Questi risultati sono raccolti nello studio “Less is More: Standard Warm-up Causes Fatigue and Less Warm-up Permits Greater Cycling Output,” pubblicato sul Journal of Applied Physiology. Lo studio è stato realizzato da Elias K. Tomaras and Brian R. MacIntosh.
Si pensava che l'intensità del
riscaldamento tradizionale, più lungo ed energico, promuovendo un processo chiamato post-activation potentiation (PAP), offrisse una marcia in più
agli atleti. Nel PAP, cicli brevi ed intensi di attività fisica producono un cambiamento biochimico nelle cellule che può aumentare la risposta contrattile del muscolo.
Generalmente il fenomeno dura 5-10 minuti. Tuttavia, come notano i ricercatori, la fatica può far calare la risposta contrattile del muscolo.
Tuttavia i ricercatori hanno concentrato l'analisi anche su di un altro componente chiave del successo di un ciclista: la potenza di picco.
Nello studio i ciclisti hanno partecipato a due riscaldamenti.
Uno più lungo, tradizionale che è cominciato con 20 minuti di pedalata e che gradualmente ha aumentato l'intensità fino al raggiungimento, da parte dei
ciclisti, del 95% della loro frequenza cardiaca massima.
Questo riscaldamento generale era seguito da 4 sprint ad intervalli di 8 minuti. L'intero ciclo di riscaldamento durava circa 50 minuti.
Il riscaldamento corto, sperimentale, includeva una corsa iniziale più breve, che aumentava in intensità fino a raggiungere il 70% della frequenza cardiaca massima.
Questa opzione prevedeva solo uno sprint ed aveva una durata di 15 minuti circa.
I ricercatori hanno trovato che il calo della risposta contrattile era maggiore nel riscaldamento tradizionale e che con il riscaldamento sperimentale la potenza di picco era
maggiore del 6,2% ed il lavoro totale era maggiore del 5%.
Secondo i ricercatori questi valori possono essere influenti ai fini del risultato di una competizione.
Per saperne di più
un abstract dell'articolo è qui http://bit.ly/lk4Swe
e lo studio integrale è qui
http://bit.ly/kzsmZm
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(MDN)
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