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Se in Europa si vuole raggiungere entro il 2010 una riduzione delle emissioni di gas serra pari all’8% rispetto ai livelli del 1990, così come stabilito nella conferenza sul Global Warming di Kyoto è indispensabile incrementare fortemente l’uso delle fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico ecc.).
La progressiva introduzione di un mercato interno porterà ad un abbassamento dei prezzi, più efficienza, e conseguentemente un incremento sempre maggiore dell’utilizzo di queste fonti.
La Commissione Europea per l’Energia è impegnata a redigere una bozza di legge sulle energie rinnovabili, cercando di conciliare il desiderio di promuovere le risorse energetiche non inquinanti con la necessità di evitare distorsioni nella competizione nel mercato dell’energia della EU, stimato in 168 miliardi di dollari.
Inoltre l’EU si è impegnata a raddoppiare il contributo delle energie rinnovabili sul totale dell’energia consumata, portandolo al 12% entro il 2010.
Uno dei problemi più complessi è il bisogno di assicurare che tutti i consumatori di energia elettrica paghino la giusta quota dei costi per l’uso delle rinnovabili, in quanto la maggior parte di esse non sono ancora competitive rispetto ai combustibili fossili.
Sui modi di sostenere la poca competitività delle fonti rinnovabili è in corso un aspro dibattito.
I gruppi ambientalisti hanno criticato l’approccio della Commissione Europea per l'Energia in quanto ritengono che il disegno di legge sia quasi interamente basato sulla competitività e i bassi costi per i consumatori, mentre a loro avviso è più importante assicurare che le fonti rinnovabili si conquistino una decente quota di mercato in modo che questo settore industriale prenda slancio.
Altre proposte suggeriscono di pagare un premio a tutti i produttori di energia da fonti rinnovabili, finanziandosi attraverso una tassa sui consumi elettrici, proposta rifiutata dalle principali industrie elettriche europee che ritengono troppo ambizioso il traguardo del 12% entro il 2010.
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