Tre anni di ricerca delle autorità nazionali europee hanno dimostrato che l’industria chimica viola le leggi dell’Unione Europea immettendo sul mercato centiniaia di sostanze chimiche potenzialmente pericolose che vengono poi ampiamente utilizzate.
Dal controllo è emerso che l’esposizione a molte sostanze chimiche industriali è la prima causa, tra le altre patologie, del calo di fertilità e dell’aumento dei tassi di cancro infantile.
Secondo lo studio realizzato dall’Istituto Federale Tedesco per la Definizione dei Rischi (BfR – Bundesinstitut für Risikobewertung) e dell’Agenzia Tedesca per l’Ambiente (UBA), il 32% delle 1.814 sostanze chimiche prodotte o importate in grandi quantità in Europa dal 2010 viola le leggi della EU fatte per proteggere il pubblico e l’ambiente dall’esposizione a sostanze pericolose.
Lo studio è stato presentato ad un workshop ( Link… ) ospitato dal BfR – Bundesinstitut für Risikobewertung il 23/24 agosto 2018.
Solo il 31% è stato dichiarato conforme alla legge, mentre per il resto sono state richieste ulteriori indagini.
I dati indicano che le società produttrici non rispettano le norme per la Registrazione, Autorizzazione e Limitazione delle Sostanze Chimiche (REACH Link…) evitando di comunicare alla European Chemicals Agency (ECHA) se i propri prodotti causano il cancro, sono neurotossici, mutagenici, si bioaccumulano e/o sono pericolosi per lo sviluppo dei bambini e per la fertilità umana.
Così dal 2010 milioni di tonnellate di queste sostanze sono entrate a fare parte della produzione di ogni tipo di beni, indirizzati ai beni di consumo o all’industria, dai coloranti agli imballagi, ai mobili, ai materiali da costruzione.
L’esposizione a molti tipi di sostanze chimiche industriali, principalmente tramite la bocca, la pelle o i polmoni, è la prima causa dell’incremento della crescita delle patologie metaboliche come il diabete, dei tumori, in particolare di quelli legati agli ormoni (mammella, testicoli, ovaio) e delle patologie dello sviluppo neurologico, come avviene per i bambini nati con un quoziente intellettivo più basso della norma, o con problemi di coordinazione (Vedi la pagina sul sito della World Health Organization Link…).
I nomi di alcune di queste sostanze sono diventati conosciuti perchè legati a prodotti da largo consumo, dopo che la loro pericolosità è stata resa nota da centinaia di studi scientifici.
I più famosi forse sono il bisfenolo A e gli ftalati, ampiamente utilizzati negli imballi alimentari.
La normativa europea impone alla aziende chimiche di registrare ogni sostanza all’ECHA, Agenzia europea delle sostanze chimiche.
L’ECHA ccontrolla superficialmente che le le registrazioni sia state effettuate con tutta la documentazione.
Dopo di che le società possono produrre o importare i prodotti.
In seguito l’ECHA deve controllare nel tempo il 5% dei dossier.
Dal 2010 sono stati revocati solo 4 (quattro) dossier registrati su 40.000 (quarantamila).
Anche quando le società hanno dichiarato che le sostanze ponevano un rischio per la salute umana o per l’ambiente la Commissione Europea o i governi locali hanno messo in essere solo limitate restrizioni, come richiesto dalla legge.
Ulteriori dettagli (anche riguardo la rapidità di intervento nella difesa dei cittadini europei) sono presenti nella pagina in inglese di questo articolo (Link a fondo pagina).
Per saperne di più
EEB
European Environmental Bureau
Link…
German Federal Institute for Risk Assessment (BfR)
Link…
German Environment Agency (UBA)
Link…
Versione inglese di questa pagina
Link…
Marco Dal Negro
Antonio Turetta
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