I bambini dislessici sono più emotivi di quelli non dislessici, è quanto emerge da un nuovo studio USA.

I dislessici tendono ad invertire le lettere, i numeri, i simboli come le parentesi, + e -, sia nella scrittura che nella lettura.

La dislessia è uno squilibrio neurocomportamentale.
La minore attività in un circuito cerebrale può coesistere con una maggiore attività in un altro.

Non tutti i dislessici lo sono nella stessa misura e con lo stesso mix di problemi e benefici, per cui l’approccio da parte degli altri deve essere necessariamente personalizzato.

Un nuovo studio, realizzato da neuroscienziati dell’UC San Francisco, dell’UCSF Dyslexia Center e dell’UCSF Memory and Aging Center, ha mostrato che bambini dislessici ai quali sono stati mostrati video emotivamente stimolanti hanno avuto una risposta fisiologica e comportamentale più importante rispetto ai non dislessici.

Le espressioni, la mimica del volto in risposta alle diverse scene mostrate sono state decisamente più marcate ed eloquenti ed i bambini sono risultati fisiologicamente più reattivi.

Questa maggiore reattività emotiva è stata collegata a una più forte connettività nella rete di salienza del cervello, un sistema che supporta la generazione di emozioni e la consapevolezza di sé.

Inoltre, le risonanze magnetiche funzionali dell’attività cerebrale dei bambini hanno mostrato in quelli più espressivi una maggiore interconnesione tra l’insula anteriore destra e la corteccia cingolata anteriore destra.

I risultati dello studio ampliano le attuali interpretazioni della dislessia: in realtà la sindrome è molto più complessa di una semplice debolezza nelle capacità di lettura o scrittura ed è spesso associata a punti di forza interpersonali nascosti.

I genitori dei bambini dislessici con le espressioni facciali emotive più forti hanno riferito che questi avevano anche maggiori abilità sociali, ma anche maggiori sintomi di ansia e depressione.

Questi risultati suggeriscono che molti bambini dislessici possono possedere punti di forza nei rapporti sociali, poiché risposte emotive più forti possono essere un elemento chiave per il successo delle relazioni sociali.

L’ipersensibilità può facilmente comportare una maggiore empatia che, se non eccessiva, porta ed essere vissuti meglio e più apprezzati da parte degli altri, con le relative conseguenze sull’autostima.

A conferma delle splendide possibilità future dei bimbi dislessici ricordiamo che lo sono anche personaggi come il regista cinematografico Steven Spielberg e l’attrice Whoopi Goldberg.

Vedi anche:
La dislessia non è legata al quoziente intellettuale (14/11/2011)
Link…

Una ricerca su dislessia e senso del ritmo (31/07/2002)
Link…

Per saperne di più
Cortex Elsevier
Enhanced visceromotor emotional reactivity in dyslexia and its relation to salience network connectivity
Link…

UCSF Dyslexia Center
Link…

UCSF Memory and Aging Center
Link…

UCSF Weill Institute for Neurosciences
Link…

Marco Dal Negro
Antonio Turetta

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