Flora intestinale

La distruzione della flora batterica intestinale da parte degli antibiotici, specie se ad ampio spettro, toglie al sistema immunitario parte della sua capacità di rispondere a sollecitazioni come quelle prodotte dall’esposizione a germi già incontrati, o a vaccini.

Lo sostiene Bali Pulendran, PhD, professore di patologia e di microbiologia e immunologia presso la Stanford University School of Medicine, autore anziano dello studio.
Ulteriori informazioni suglia autori sono presenti nella pagina in inglese (Link…) di questo articolo.

Secondo il professor Pulendran è la prima dimostrazione degli effetti causati dagli antibiotici ad ampio spettro sulla risposta immunitaria degli esseri umani (in questo caso la risposta ad un vaccino) indotta direttamente interferendo con la flora batterica intestinale.

Questo lavoro è il seguito sugli esseri umani di quanto fatto da Pulendran con i topi nel 2011.

La ricerca ha riguardato 22 adulti tra i 18 ed 45 anni di età.

Durante la stagione influenzale 2014-2015 a 11 persone in buona salute sono stati somministrati antibiotici ad ampio spettro per 5 giorni ed al quarto giorno sono stati vaccinati contro l’influenza.

Altri 11 sono stati vaccinati il quarto giorno, ma senza essere sottoposti a terapia antibiotica.

Gli antibiotici hanno ridotto la popolazione batterica intestinale di 10.000 volte.

La perdita nella diversità globale dei microrganismi è rimasta rilevabile per almeno un anno dopo l’assunzione degli antibiotici.

Tuttavia, 30 giorni dopo la vaccinazione, tra i due gruppi gli aumenti di anticorpi, in grado di prevenire l’infezione influenzale, indotti dal vaccino erano paragonabili.

I partecipanti a questo esperimento tendevano ad avere livelli piuttosto alti di quegli anticorpi, probabilmente perché avevano già avuto una certa esposizione ai ceppi di influenza rappresentati nei vaccini delle stagioni attuali o precedenti.

Per verificare l’eventuale influenza del basso numero di batteri intestinali sulla risposta immunitaria a nuovi ceppi influenzali presenti nel vaccino gli studiosi hanno arruolato altre 11 persone per la stagione 2015-2016, solo soggetti il cui basso livello di anticorpi influenzali indicava una bassa esposizione precedente al virus o al vaccino stesso.

Nessuno di questo era stato vaccinato nei 3 anni precedenti.

A 5 sono stati somministrati antibiotici ad ampio spettro e 6 hanno rappresentato il grupppo di controllo.

Tutti e 11 sono stati vaccinati.

Come per l’anno precedente le persone sottoposte ad antibiotici hanno evidenziato un tracollo della flora batterica intestinale.

Ma questa volta c’è stato un grande cambiamento nei livelli di un sottotipo di anticorpo particolarmente importante per contrastare il virus dell’influenza: questo sottotipo non è riuscito a svilupparsi nel sangue in risposta al vaccino.

In particolare, il deficit di questo sottotipo di anticorpo è fortemente correlato con la diminuzione post-antibiotica dei batteri intestinali totali, nonché della flagellina (la proteina batterica) nei campioni di feci dei volontari, un indicatore dell’abbondanza microbica nell’intestino.

I destinatari degli antibiotici hanno mostrato molti segni di infiammazione sistemica, la stessa firma immunologica che Pulendran ha osservato in uno studio precedente tra le persone di età pari o superiore a 65 anni dopo una vaccinazione antinfluenzale.

Il grado con cui il sistema immunitario di chi aveva ricevuto antibiotici mostrava in tutto il corpo questa infiammazione sistemica associata all’invecchiamento, rispecchiava l’entità dell’esaurimento, nel sangue dei partecipanti, di una serie di metaboliti la cui generazione richiede assistenza batterica intestinale.

Questi metaboliti, chiamati acidi biliari secondari, sono noti per ridurre i processi infiammatori nel sistema immunitario.

I batteri intestinali li modellano dagli acidi biliari primari inizialmente prodotti nel fegato.

I livelli di un importante acido biliare secondario, l’acido litocolico, era sceso di 1.000 volte nei flussi sanguigni dei riceventi antibiotici, ed era inversamente correlato alla quantità di infiammazione.

“Lo studio indica che quando si tratta di rispondere alla vaccinazione contro un patogeno infettivo precedentemente incontrato, i nostri sistemi immunitari sono particolarmente resilienti anche di fronte al più grave esaurimento dei nostri batteri intestinali”, ha affermato Pulendran.

“Ma sembrano perdere questa capacità di recupero di fronte a un vaccino contenente nuovi elementi patogeni di cui hanno poca o nessuna memoria precedente.”

Il consiglio finale di Pulendran è quello di vaccinarsi, in modo che la nostra memoria immunitaria sia più ampia possibile: in questo modo ci saranno più probabilità che il sistema immunitario trovi qualche somiglianza con patogeni noti che aiuti la difesa.

Vedi anche:
Per saperne di più sulla flora batterica intestinale (microbiota)
Link…

Per saperne di più
Cell
Antibiotics-Driven Gut Microbiome Perturbation Alters Immunity to Vaccines in Humans
Link…

Stanford Medicine
Link…

Emoty University
Link…

Ragon Institute
Link…

University of Chicago
Link…

Georgia State University
Link…

U.S. Food and Drug Administration – FDA
Link…

Marco Dal Negro
Antonio Turetta

This post is also available in: enInglese

Recommend to friends
  • gplus
  • pinterest

About the Author

Nota bene: Nelle diverse lingue i contenuti possono cambiare anche nella sostanza