I genitori che controllano continuamente i propri smartphone avranno più facilmente figli com problemi di comportamento. E’ quanto emerge da uno studio della Illinois State University.

Un nuovo studio ha voluto verificare l’eventuale associazione tra l’utilizzo problematico della tecnologia da parte dei genitori ed eventuali interruzioni delle interazioni genitori-bambini, denominate technoreference, causate dalla tecnologia, e se la technoreference sia associata con problemi comportamentali degli stessi bambini.

Che i figli imparino a comportarsi osservando i genitori, imparino le regole, cos’è giusto e cosa sbagliato, assorbendo tutto come spugne è noto e non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni.

Un merito di questo studio è quello di offrire una conferma scientifica a quanto già noto.

Il principale autore dello studio, Brandon McDaniel of Illinois State University di Normal, spiega che precedenti lavori hanno mostrato che alcuni genitori sono così assorbiti dai propri smartphones da rendere difficile per i propri bambini attirare la loro attenzione.

Le intrusioni quotidiane da parte della tecnologia ha cominciato ad influenzare i comportamenti dei bambini.

L’indagine ha domandato quanto spesso smartphones, tablets, laptops ed altre tecnologie hanno disturbato i rapporti famigliari con interruzioni per controllare messaggi o per rispondere durante i pasti o un conversazione.

Ai genitori è stato domandato anche di fornire una valutazione di quanto problematica risultasse l’uso del proprio apparecchio, basandosi su quanto spesso si sono preoccupati per le chiamate o i messaggi e se avessere pensato di usare troppo gli apparecchi.

Solo l’11% ha affermato che la tecnologia non ha mai interrotto il tempo dedicato alla famiglia.

Mentre sia le madri che i padri hanno ritenuto che l’interruzione dell’interazione con i figli sia avvenuta almeno una volta al giorno, le madri hanno vissuto l’utilizzo del proprio smartphone come problema più serio di quanto ritenuto dagli uomini.

Il 48% dei genitori ha riferito almeno 3 interruzioni quotidiane, il 24% 2 interruzioni e l’11% una.

I ricercatori hanno anche chiesto ai genitori di valutare la frequenza dei problemi comportamentali dei bambini negli due mesi precedenti, rispondendo alle domande su quanto spesso i bambini hanno piagnocolato, tenuto il broncio, sono apparsi frustrati con facilità, hanno fatto i capricci o hanno mostrato segni di iperattività o irrequietezza.

Pur dopo avere tenuto conto di altri fattori che potrebbero influenzare i comportamenti dei bambini come il reddito, il livello di educazione ed altre dinamiche familiari, i ricercatori hanno trovato un’associazione tra la convinzione dei genitori di utilizzare in modo destabilizzante le tecnologie e il riportare problemi comportamentali come capircci, piagnitei o iperattività.

Lo studio non è stato progettato per definire con certezza se e come uso ed abuso di smertphones ed affini producesse cambiamenti nei comportamenti dei bambini.

I risultati hanno in ogni caso confermato che se i genitori sono troppo spesso interessati più al proprio smartphone che ai figli questi riceveranno il messaggio: lo smartphone è più importante che ascoltare, comunicare, dare retta ai figli. E non basteranno le parole per cambiarlo.

In pratica più importante dei figli.

Per saperne di più
Technoference: Parent Distraction With Technology and Associations With Child Behavior Problems
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Illinois State University
Link…

Marco Dal Negro

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