Macchine della verità: test con la risonanza magnetica funzionale
(23/11/2001)

E' stata del dr. Daniel Langleblen dell'Università della Pennsylvania l'idea di utilizzare la tecnica della risonanza magnetica funzionale per analizzare come muta l'attività cerebrale di una persona che non dice la verità. A tale scopo fino ad oggi erano stati utilizzati strumenti che si basavano sulle variazioni del battito cardiaco, della pressione arteriosa, della respirazione e della resistenza elettrica della pelle.
I fattori citati, tuttavia, non rappresentavano una soglia di sicurezza poichè ognuno di essi cambia notevolmente da persona a persona e stabilire se un individuo stia mentendo o meno non era dunque cosa facile. Chiedendo la collaborazione di 18 persone, il ricercatore americano ha dato via al suo esperimento. Egli ha consegnato ad ognuno un oggetto chiedendo di nasconderlo in tasca; subito dopo ha mostrato loro una serie di immagini tra le quali compariva anche l'oggetto nascosto: in base alle istruzioni ricevute prima dell'inizio del test, i soggetti dovevano negare che le immagini viste avevano a che fare con l'oggetto da loro nascosto anche nel momento in cui il monitor proiettava l'immagine di ciò che nascondevano in tasca. Ebbene, nel momento in cui appariva l'immagine specifica ed essi negavano l'attinenza, la risonanza magnetica funzionale mostrava un sensibile incremento dell'attività in diverse zone del cervello compresa quella anteriore della corteccia e quella frontale superiore destra.
A conclusione della ricerca, il dr. Langleben ha potuto affermare con una certa sicurezza che per poter elaborare l'inganno il cervello deve prima inibire la verità che sarebbe la risposta più istintiva. Nonostante il successo della sperimentazione, non si prevede ancora di sostituire i vecchi strumenti con la risonanza magnetica funzionale sia per la necessità di impiegare apparecchiature costose ed ingombranti, sia per un motivo socio culturale: il test americano ha analizzato le reazioni cerebrali di individui giovani, in buona salute e di lingua inglese; dunque l'affidabilità della tecnica non sarà accertata fino a quando le prove non saranno estese anche ad individui di altre età, nazionalità e condizioni socio-culturali differenti.

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