La misurazione della troponina cardiaca facilita la diagnosi dell'infarto miocardico (28/03/2001)

Risale al settembre dello scorso anno la decisione dell'American College of Cardiology e dell'European Heart Society di includere la misurazione della troponina cardiaca come ulteriore criterio per la diagnosi dell'infarto miocardico e nel corso della Cinquantesima sessione scientifica annuale i cardiologi hanno dichiarato che tale misurazione può aumentare sensibilmente i casi diagnosticati ogni anno.
Presso l'Università del Michigan di Ann Arbor, un'equipe medica guidata dal dr. Rajendra Metha ha preso in esame i 305 pazienti che nel periodo compreso tra il 1° maggio 1999 ed il 1° gennaio 2000 sono stati ricoverati per sindrome coronarica acuta nel suo istituto ospedaliero. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: uno costituito da coloro che presentavano livelli elevati di creatina chinasi MB indipendentemente dai livelli di troponina ed uno costituito da coloro che che presentavano livelli elevati di troponina e livelli normali di Creatina chinasi MB. Ebbene, ai pazienti appartenenti a quest'ultimo gruppo è stato possibile diagnosticare un infarto miocardico solo in funzione dell'adozione del nuovo criterio di misurazione.
Considerando che i ricercatori del Michigan hanno preso in considerazione solo i pazienti con rischio medio-alto e che il nuovo criterio di valutazione ha aumentato la diagnosi di infarto miocardico del 26 per cento, si presume di avere a disposizione un valido strumento per identificare un numero maggiore di pazienti con infarto miocardico seppur con numero inferiore di episodi durante il ricovero.

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