In Italia 6,5% dei nati vivi viene al mondo troppo presto. L'innalzamento dell'età materna e il maggior ricorso alla procreazione assistita, con conseguenti nascite gemellari, costituiscono la causa principale delle nascite premature.
E' stato ricordato a Firenze in apertura del XIV congresso della Società italiana di medicina perinatale (Simp) 'I volti della maternità' (31 marzo - 2 aprile 2011) presieduto da Gianpaolo Donzelli, presidente Simp e ordinario di Pediatria dell'Università di Firenze e direttore del dipartimento medico chirurgico feto-neonatale dell'Ospedale Meyer.
"La promozione della salute della madre, del feto e del neonato e la tutela dei loro diritti - afferma Donzelli in una nota - è l'area tematica centrale di questo congresso, che si pone come osservatorio concentrato soprattutto sulla maternità come stato di salute, ma anche come dimensione culturale e professionale.
L'Italia occupa una posizione nel complesso buona o quanto meno in linea con quella degli altri Paesi europei per quanto riguarda la salute perinatale, sia riferita alla mamma che al neonato. Tuttavia, rimangono ancora aperte alcune problematiche come i nati
pre-termine che, nel nostro Paese, rappresentano il 6,5% dei nati vivi e i neonati gravemente
pre-termine (prima della 32ma settimana) rappresentano lo 0,9% circa". "Si registra, inoltre, un aumento del tasso di parti cesarei che mette l'Italia in pole position con la percentuale più alta d'Europa (37%) e un tasso piuttosto elevato di episiotomie (taglio del perineo durante il parto), che riguarda il 52% dei parti vaginali".
(MDN)
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