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Visione in 3D: una nuova tecnica per correggere i difetti (22/10/2010)

 

Quando gli occhi lavorano in modo squilibrato, uno di più e l'altro di meno, ne risente la visione tridimensionale di ciò che ci circonda.
Da un gruppo di ricercatori U.S.A. è stato messa a punto una nuova tecnica per correggere questo squilibrio.
La chiave sta nel far lavorare l'occhio più debole sopprimendo la visione nell'occhio forte, ma la novità è nel modo di rieducare gli occhi.

"Dopo 10 giorni di addestramento, abbiamo trovato che gli occhi erano sensibilmente più equilibrati" ha affermato Teng Leng Ooi del Pennsylvania College of Optometry at Salus University.
Quando un occhio diventa più forte si verifica un degrado della visione tridimensionale e, se il processo si estremizza diventa simile all'ambliopia, più comunemente chiamata "occhio pigro".
Se lo squilibrio non viene corretto presto, la visione dell'occhio debole viene gradatamente soppressa dal cervello.

Le attuali terapie tendono a coprire l'occhio forte facendo lavorare quello debole in base al principio "usalo o perdilo", ma si è visto che, in età adulta, questo approccio non funziona bene.
E' stata quindi messa a punto, con il supporto del National Eye Institute, questa nuova tecnica che propone immagini differenti alternativamente prima ad un occhio e poi all'altro in modo che solo le immagini presentate all'occhio debole siano percepite.

Il metodo si basa su di un precedente studio di Ooi e He nel quale i ricercatori avevano analizzato come il cervello determina da quale occhio proviene l'immagine ricevuta quando i due occhi vedono immagini diverse, per esempio righe orizzontali un occhio e verticali l'altro.
"Normalmente questa stimolazione si traduce nella ricezione alternata in ogni occhio" afferma He, "un momento viene vista l'immagine dell'occhio destro ed il momento dopo viene vista quella del sinistro. E così via. E' come se i due occhi fossero in competizione per la percezione.

Ooi ed He hanno trovato che quando i due occhi sono forzati a competere in questo modo, si può favorire la competizione in favore di un occhio attivandolo prima che la competizione abbia inizio.
Nel nuovo metodo, semplicemente, si presenta all'occhio debole una forma quadrata prima che appaiano le immagini competitive.

I ricercatori sostengono che non si comprende ancora in modo esatto perché questo metodo riesca a riequilibrare gli occhi. "Forse sopprimendo l'occhio forte tutte le volte durante l'esercizio riduciamo l'azione inibitrice dell'occhio forte su quello debole" ipotizza Ooi aggiungendo che sono necessari ulteriori studi comportamentali e neurofisiologici per esplorare il meccanismo.
Lo studio è sto pubblicato on line, il 14 ottobre su Current Biology, a Cell Press publication.

Il gruppo dei ricercatori include Jingping P. Xu, University of Louisville, Louisville, KY; Zijiang J. He, University of Louisville, Louisville, KY; and Teng Leng Ooi, Pennsylvania College of Optometry at Salus University, Elkins Park, PA.

(MDN)

 


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