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Scoperto un importante interruttore per la produzione ormonale di cortisolo (27/02/2012)

 

Quando rileviamo il pericolo di un'aggressione il nostro cervello mette in moto una serie di reazioni biochimiche che portano al rilascio di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali.

Ora si è scoperto un nuovo tipo di interruttore nel cervello, che regola la produzione di uno dei principali segnali che stimolano il rilascio di cortisolo nel corpo.
La scoperta del Dr. Gil Levkowitz e del suo gruppo del Molecular Cell Biology Department del Weizmann Institute of Science è stata pubblicata su Neuron.

Il segnale è l'ormone di liberazione della corticotropina, CRH, che viene prodotto e conservato in particolari neuroni nell'ippotalamo, che è l'area che rileva il pericolo e gestisce la relativa reazione dell'organismo. Quando i neuroni sono carenti di ormone provvedono a produrne di nuovo.

La ricerca ha scoperto che una proteina chiamata Otp è coinvolta in numerosi passaggi del processo di produzione di CRH. Oltre ad attivare direttamente i geni che codificano il CRH, Otp regola anche la produzione di due diversi recettori sulla superficie dei neuroni, deputati alla ricezione ed al rilascio di segnali di produzione di CRH, in pratica degli interruttori acceso/spento.

I ricercatori hanno scoperto che ambedue i recettori sono codificati in un singolo gene.
Per ottenere due recettori, la proteina Otp regola un processo di generazione di messaggi assemblandoli in modo alternato, nei quali, cioè, gli elementi della sequenza vengono combinati in modi diversi creando risultati leggermente diversi. Così si generano due varianti del recettore chiamato PAC1: la versione corta produce il recettore "on", "acceso" e la versione lunga quello "off", "spento".
I ricercatori ha scoperto che quando il pericolo è passato e le scorte ripianate, gradatamente la presenza della versione corta lascia posto a quella lunga.

La ricerca, fatta dal Dr. Liat Amir- Zilberstein con la Dr.ssa Janna Blechman, Adriana Reuveny, Natalia Borodovsky e Maayan Tahor, grazie alla collaborazione con la Dr.ssa Laure Bally-Cuif e William Norton dell'Istituto di Neurobiologia Alfred Fessard al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) in Francia, ha evidenziato che, bloccando la produzione della variante lunga del recettore si producono comportamenti simil- ansiosi.
Assieme al Drs. Alon Chen e a Yehezkel Sztainberg del Neurobiology Department, il gruppo di ricercatori ha trovato gli stessi risultati nei topi. Il fatto che ci sia una presenza continua nell'arco evolutivo che va dai pesci ai topi porta a ritenere che anche negli esseri umani sia la stessa cosa.

Problemi di malfunzionamento di questi processi possono portare a numerosi disturbi e patologie sia post traumatiche che legate a depressione, schizofrenia, epilessia, ritardo mentale e disturbo bipolare.

Per saperne di più
Weizmann Institute of Science

(MDN)

 

 


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