Le malattie croniche non trasmissibili (Ncd), come quelle cardiovascolari, diabete, obesità, molti tumori e quelle croniche respiratorie, sono ritenute responsabili dell'80% di mortalità e del 70% di disabilità e sofferenze.
E' uno dei dati emersi durante la conferenza-dibattito organizzata oggi a Roma dalla Fondazione italiana per il cuore, dal titolo 'La protezione della salute come investimento economico per la società'. E' stata l'occasione per commentare le necessità della sanità italiana con il dato Ocse del 2007, secondo cui il nostro Paese impiega in prevenzione soltanto lo 0,45% della spesa sanitaria. Nei paesi della Unione europea il 97% dei budget sanitari è dedicata al trattamento, e solo il 3% a un investimento nella prevenzione, mentre il costo delle terapie e delle diagnosi è in continua drammatica crescita.
Le patologie che maggiormente incidono su menomazioni e mortalità delle persone sono quelle cardiovascolari e quelle oncologiche.
Nell'Unione europea le malattie cardiovascolari da sole provocano oltre il 40% dei decessi, le oncologiche circa il 30%. Sempre maggiore quindi, nella comunità dei decisori politici, emerge la ricerca di nuove soluzioni tese alla riduzione della crescita della spesa sanitaria, che deve assistere una popolazione sempre più fragile a causa dell'età avanzata, ma deve comunque inserire nell'organizzazione i benefici di un'innovazione senza sosta della medicina.
Gli esperti sostengono che "investire sulla salute conduce a minore disabilità e quindi minore perdita di produttività, riduzione dei costi di cura e assistenziali per le patologie prevenibili, sviluppo della ricerca medica e dell'industria, promozione della responsabilità del cittadino a proteggere il proprio patrimonio di salute".
|