Donne e uomini vivono il dolore in modo molto diverso, soprattutto quello cronico. Anche la capacità di alcuni oppioidi di alleviarlo è diversa per donne e uomini. E' noto da metà degli anni novanta che alcuni analgesici narcotici sono più efficaci sulle donne che sugli uomini, ma la ragione di ciò era ampiamente ignota.
Gli analgesici narcotici riducono il dolore attivando dei
recettori degli oppioidi posti sui nervi che tramettono le sensazioni dolorose.
Dato che si riteneva che i livelli dei recettori degli oppioidi mu, delta e kappa, che si trovano nel cervello e nel midollo spinale, non differissero in modo eccessivo tra donne e uomini, era difficile comprendere perché la differenza di efficacia degli
antidolorifici dipendesse così tanto dal sesso.
Ora una ricerca sostenuta dallo statunitense National Institute of Drug Abuse (NIDA),
ha mostrato che gli stessi principali tipi di recettori
degli oppioidi interagiscono in modo diverso, in relazione al sesso.
Si è visto che il midollo spinale di animali femmina in laboratorio conteneva una quantità di kappa-mu-eterodimero almeno 5 volte superiore a quella dei maschi, ed era 4 volte di più quando i livelli di estrogeni e progesterone erano al loro massimo.
I ricercatori hanno dedotto, quindi, che sia estrogeni che
progesterone, sono fondamentali per la formazione di
recettori degli oppioidi kappa-mu-eterodimeri.
La ricerca è stata condotta da Alan Gintzler, PhD, professore di biochimica, Department of Obstetrics and Gynecology, e dai suoi senior collaborators Sumita Chakrabarti, PhD, e Nai-Jiang Liu, PhD, allo State University of New York (SUNY) Downstate Medical Center.
La scoperta
del fatto che un complesso di recettori di oppioidi mu-kappa è più presente nel midollo spinale delle femmine che dei maschi, e che ciò è sincronizzato con i flussi e riflussi degli ormoni, può spiegare perché, farmaci utilizzati per trattare il dolore, come pentazocina, nalbufina, e butorfanolo, che agiscono principalmente sui recettori mu-oppioidi e kappa-oppioidi sono più efficaci sulle donne che sugli uomini.
La ricerca dei dottori
Dottori Gintzler, Liu, e Chakrabarti, è stata recentemente pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences e su the Journal of Neuroscience, e suggerisce che i medici tengano conto del ciclo mestruale prima di decidere quali antidolorifici prescrivere alle pazienti. Mentre alcuni farmaci potrebbero essere molto efficaci quando i livelli di estrogeni e progesterone sono alti, potrebbero aumentare il doloro quando sono bassi.
Queste considerazioni potrebbero essere ancora più rilevanti nel trattare il dolore in donne in
post menopausa e meno giovani. Altre ricerche sono necessarie per esaminare queste situazioni.
Per saperne di più vedete la versione inglese di questa notizia e
SUNY Downstate Medical Center
(MDN)
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