Se la parte frontale della corteccia cerebrale è meno attiva, le persone hanno un minore controllo dei comportamenti sociali e seguono maggiormente le proprie inclinazioni.
E' quanto emerso da uno studio di Inge Volman e dei suoi colleghi del Behavioural Science Institute e del Donders Institute della Radboud Universiteit Nijmegen, pubblicato il 25 ottobre 2011 sul giornale Current Biology.
E' stata la prima ricerca ad utilizzare la stimolazione magnetica transcraniale (che avviene, cioè, attraverso il cranio), TMS, per stimolare o sopprimere, temporaneamente, l'attività di una parte di cervello, modificando il campo magnetico nella testa.
Le persone a cui era stata temporaneamente soppressa l'attività
della corteccia prefrontale, controllavano i propri impulsi meno del normale.
La loro amigdala, responsabile delle reazioni emotive diventava molto più attiva.
Questo studio è importante per la comprensione
del ruolo svolto dalle varie parti del cervello e potrebbe contribuire al trattamento dell'aggressività e dell'ansia patologiche.
La neuroscienziata Inge Volman ha già pubblicato uno studio da cui si vede che gli uomini con molto testosterone in circolo, se devono controllare il proprio comportamento hanno un'attività della corteccia prefrontale minore.
Grazie alla TMS ora è possibile studiare cosa succede quando la corteccia prefrontale viene resa più o meno attiva.
Precedenti esperimenti avevano utilizzato la TMS sulla parte superiore del cranio per influenzare i centri del movimento, ma questa è stata la prima volta per la zona frontale. La ricerca può poi essere approfondita misurando anche l'attività cerebrale con la risonanza magnetica. E' anche necessario tenere conto del fatto che gli effetti della TMS sono temporanei, con tutto ciò che ne consegue in un'ottica terapeutica.
Anche se non si sa esattamente come funzioni, viene ipotizzato che la stimolazione magnetica transcraniale TMS possa essere utilizzata commercialmente per il trattamento della depressione.
Auspichiamo che vengano adeguatamente approfondite tutte le conseguenza che possono derivare da questo tipo di applicazione per limitare il più possibile l'eventuale scoperta tardiva di conseguenze nefaste.
Per saperne di più
Radboud University Nijmegen
Informazioni bibliografiche
Anterior Prefrontal Cortex Inhibition Impairs Control over Social Emotional Action. Current Biology, 25 October 2011
Inge Volman, Karin Roelofs, Saskia Koch, Lennart Verhagen, Ivan Toni
Doi: 10.1016/j.cub.2011.08.050
(MDN)
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