Cresce di poco l'aspettativa di vita per le donne italiane: negli ultimi 4 anni di soli 3 mesi (da 84 anni nel 2007 a 84,1 nel 2009, a 84,3 nel 2010), contro i 4 mesi per l'uomo nello stesso arco di tempo (da 78,7 anni nel 2007 a 78,8 nel 2009, a 79,1 nel 2010).
E' quanto emerge dalla terza edizione del Libro bianco a cura dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), presentato oggi a Roma."Il dato si potrebbe considerare fisiologico dopo la grande crescita di questi ultimi 20 anni - rileva Onda - ma certo la crisi economica e sociale costringe le donne a spostare le priorità verso altre problematiche, aumentando la disattenzione verso fattori di rischio tipicamente maschili, come l'abitudine al fumo, aumentata di mezzo punto percentuale nella popolazione femminile, e all'alcol, con sempre più donne che consumano oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione".
Tra le donne aumentano le malattie prima tipicamente maschili, in particolare quelle cerebrovascolari.
In crescita le malattie psichiatriche, mentre è in leggero calo il numero dei suicidi.
Ancora limitata l'informazione e la sensibilizzazione alle diverse problematiche di salute femminile.
Insomma, tagli nel welfare e nei bilanci familiari rischiano di vanificare i traguardi e i benefici raggiunto nell'arco di 30 anni nello stato di salute delle donne."Le donne - ha dichiarato Francesca Merzagora, presidente Onda - sono gli indicatori più attendibili dei bisogni della società: nei luoghi di lavoro, in famiglia, nel volontariato, nella società civile, nelle istituzioni. Proprio per la peculiarità e il ruolo che ricopre nella società, occorre prestare alla donna una maggiore attenzione e una specificità di tutela, anche e soprattutto in tema di salute. Troppo spesso, invece, la medicina ha avuto un atteggiamento di indifferenza nei confronti della sfera femminile e non ha saputo valorizzare la figura della donna lasciandola sola di fronte ad alcune patologie di genere.
Per ricostruire e migliorare il tessuto sociale e sanitario italiano occorre rivolgere un'attenzione specifica, non solo sanitaria, ma anche sociale, culturale, lavorativa, alla donna con il coinvolgimento di Istituzioni, Asl, Regioni e Associazioni da sempre attente al benessere e alla salute".
|