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La proteina tau legata a difficile ripresa dopo trauma cranico (14/12/2011)

 

Alti livelli della proteina tau nel liquido cerebrospinale sono legati ad una ripresa più difficile dopo un trauma alla testa. Lo hanno scoperto ricercatori della Fondazione IRCCS Cà Granda-Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e della Washington University School of Medicine in St. Louis.

Image: David L. Brody, MD, PhD

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Brain il 23 novembre, mostrano che, dopo un trauma, tutti i pazienti hanno alti livelli iniziali di tau, che scendono col passare del tempo. Chi ha avuto alti livelli di tau dopo le prime 12 ore di controllo ha avuto risultati peggiori tra i 6 ed i 12 mesi successivi.

Secondo David L. Brody, MD, PhD, assistant professor di neurologia alla Washington University, la possibilità di identificare precocemente chi avrà maggiori problemi di ripresa permette di concentrare lo studio sui casi più problematici.
La correlazione tra i livelli di tau ed i successivi problemi non è assoluta, ma rappresenta un indicatore più accurato rispetto a quelli attualmente utilizzati, comprese le misurazioni del glucosio, del glutammato ed il rapporto lattato/piruvato nel cervello.

Per svolgere il suo ruolo strutturale tau è all'interno delle cellule nervose. I ricercatori hanno ipotizzato che la quantità di tau presente fuori dalle cellule, nel liquido cerebrospinale, dopo un trauma, rappresentasse un buon indicatore del danno subito dagli assoni cerebrali a seguito del trauma.

I ricercatori hanno studiato 16 pazienti con trauma cerebrale ed hanno usato una tecnica chiamata microdialisi per tenere sotto controllo i livelli di tau nel cervello ogni una o due ore. La microdialisi comporta l'inserimento di un sottile catetere nel cervello per raccoglie campioni di fluido. La microdialisi è stata usata in associazione all'impianto di un mezzo di misurazione della pressione cranica.

Nessuno dei 16 pazienti coinvolti nello studio è deceduto a causa del trauma cerebrale anche se uno è morto a due mesi dall'incidente per altre cause, e non è stato incluso nell'analisi finale. Nessun paziente, poi, è rimasto in stato vegetativo persistente a sei mesi.
I risultati dovranno ovviamente essere confermati da ulteriori studi di maggiori dimensioni.

Per saperne di più
Brain - Oxford University Press
Magnoni S, Esparza TJ, Conte V, Carbonara M, Carrabba G, Holtzman DM, Zipfel GJ, Stocchetti N, Brody DL.
Tau elevations in the brain extracellular space correlate with reduced amyloid-beta levels and predict adverse clinical outcomes after severe traumatic brain injury. Brain. Nov. 2011.

(MDN)

 


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