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Grassi animali,vegetali e malattie cardiache: crolla un mito (03/04/2013)

 

Le indicazioni dietetiche ufficiali che riguardano grassi ed rischio cardiaco sono state seriamente messe in discussione da uno studio che mostra come il sostituire grassi saturi di origine animale con grassi vegetali polinsaturi omega-6 aumenti il rischio di morte tra i pazienti con problemi cardiaci.

L'olio estratto dai semi di Cartamo è usato normalmente nella margarina e negli oli pe cucinare. Fonte dell'immagine: USDA.

Quanto scoperto potrebbe avere importanti implicazioni sulle raccomandazioni dietetiche ufficiali nel mondo.

L'invito a sostituire i grassi animali, ricchi di grassi saturi, con oli vegetali ricchi di acidi grassi polinsaturi (polyunsaturated fatty acid, PUFA), per ridurre i rischi di malattie cardiache è stato un pilastro delle linee guida dell'ultimo mezzo secolo. Il più comune di questi PUFA nelle diete occidentali è rappresentato dall'acido linoleico omega-6, contenuto ad alte concentrazioni nell'olio di semi di cartamo, di mais, di soia, di girasole e di cotone.

Le raccomandazioni dietetiche del Regno Unito sono caute riguardo a questi omega-6 mentre altre autorità, compresa la American Heart Association, hanno recentemente rinnovato l'invito a mantenere ed anzi anche aumentare il consumo di PUFA omega-6. Ne è nata una controversia.

Anche in Italia si raccomanda di assumere i grassi insaturi ma preferendo l'olio di oliva. I grassi insaturi comprendono sia i monoinsaturi che i polinsaturi.
L’olio di oliva è particolarmente ricco in monoinsaturi, soprattutto acido oleico. Gli oli di semi, più usati nella preparazione industriale dei cibi, perchè più economici e più presenti nell'alimentazione dei paesi che non hanno gli ulivi sono invece generalmente ricchi di acido linoleico, di grassi polinsaturi del tipo omega-6, quelli di cui stiamo parlando.

Un'analisi profonda degli effetti dell'acido linoleico sulla mortalità causata da problemi coronarici cardiaci e cardiovascolari, non era fino ad ora stata possibile perchè mancavano i dati del Sydney Diet Heart Study, uno studio randomizzato e controllato condotto tra il 1966 ed il 1973.

Ma ora un gruppo di ricercatori di americani ed australiani hanno ripreso in mano ed analizzato i dati originali di questo studio utilizzando metodi statistici moderni per mettere in relazione i tassi di mortalità con tutte le cause, malattie cardiovascolari e coronariche.

L'analisi ha riguardato 458 uomini di età tra i 30 ed i 59 anni che avevano avuto recentemente un problema coronarico come un attacco di cuore o un episodio di angina.

I partecipanti sono stati divisi, in modo casuale, in due gruppi ad uno dei quali è stato chiesto di ridurre l'assunzione di grassi saturi (da grassi animali, margarine comuni e strutto) a meno del 10% dell'energia assunta e di incrementare l'acido linoleico (da olio di cartamo e da margarina ottenuta da olio di cartamo) al 15%.

L'olio di cartamo, una fonte ad alta concentrazione di acido linoleico e di omega-6, non fornisce PUFA omega-3, più associati all'olio di pesce.
Il gruppo di controllo non ha ricevuto alcuna indicazione.

Ambedue i gruppi sono stati seguiti regolarmente per 39 mesi ed hanno tenuto un diario sulla propria alimentazione. Tutti gli aspetti non legati all'alimentazione sono stati predisposti per essere uguali nei due gruppi.

I risultati mostrano che il gruppo dell'acido linoleico omega-6 ha evidenziato un maggiore rischio di morte da non importa quale causa, così come da patologie cardiovascolari e coronarico/cardiache, rispetto al gruppo di controllo.

Gli autori hanno usato i nuovi dati per aggiornare una più recente meta-analisi (revisione dei risultati di altre analisi). Anche questa operazione non ha mostrato evidenze di benefici ed ha anzi fatto ipotizzare un possibile maggiore rischio di patologie cardiovascolari, sottolineando la necessità di ripensare i meccanismi che legano la dieta alle patologie del cuore.

Si stima che la metà degli studi clinici realizzati e completati non sarà mai pubblicata. Anche quando lo sono, i dati su cui si basano le conclusioni sono raramente disponibili per analisi da parte di terzi, cosa che dovrebbe rappresentare uno dei pilastri di una corretta ricerca scientifica.
Questo significa che i dottori non possono essere sicuri che le medicine che stanno somministrando tutti i giorni siano state valutate correttamente per quanto riguarda sicurezza ed efficacia.

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(MDN)


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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