Le indicazioni dietetiche ufficiali che riguardano
grassi ed rischio cardiaco sono state seriamente
messe in discussione da uno studio che mostra come
il sostituire grassi saturi di origine animale con
grassi vegetali polinsaturi omega-6 aumenti il
rischio di morte tra i pazienti con problemi
cardiaci.
L'olio estratto dai semi di Cartamo è usato
normalmente nella margarina e negli oli pe cucinare.
Fonte dell'immagine: USDA.
Quanto scoperto potrebbe avere importanti
implicazioni sulle raccomandazioni dietetiche
ufficiali nel mondo.
L'invito a sostituire i grassi animali, ricchi di
grassi saturi, con oli vegetali ricchi di acidi
grassi polinsaturi (polyunsaturated fatty acid, PUFA),
per ridurre i rischi di malattie cardiache è stato
un pilastro delle linee guida dell'ultimo mezzo
secolo. Il più comune di questi PUFA nelle diete
occidentali è rappresentato dall'acido linoleico
omega-6, contenuto ad alte concentrazioni nell'olio
di semi di cartamo, di mais, di soia, di girasole e
di cotone.
Le raccomandazioni dietetiche del Regno Unito sono
caute riguardo a questi omega-6 mentre altre
autorità, compresa la American Heart Association,
hanno recentemente rinnovato l'invito a mantenere ed
anzi anche aumentare il consumo di PUFA omega-6. Ne
è nata una controversia.
Anche in Italia si raccomanda di assumere i grassi
insaturi ma preferendo l'olio di oliva. I grassi
insaturi comprendono sia i monoinsaturi che i
polinsaturi.
L’olio di oliva è particolarmente ricco in
monoinsaturi, soprattutto acido oleico. Gli oli di
semi, più usati nella preparazione industriale dei
cibi, perchè più economici e più presenti
nell'alimentazione dei paesi che non hanno gli ulivi
sono invece generalmente ricchi di acido linoleico,
di grassi polinsaturi del tipo omega-6, quelli di
cui stiamo parlando.
Un'analisi profonda degli effetti dell'acido
linoleico sulla mortalità causata da problemi
coronarici cardiaci e cardiovascolari, non era fino
ad ora stata possibile perchè mancavano i dati del
Sydney Diet Heart Study, uno studio randomizzato e
controllato condotto tra il 1966 ed il 1973.
Ma ora un gruppo di ricercatori di americani ed
australiani hanno ripreso in mano ed analizzato i
dati originali di questo studio utilizzando metodi
statistici moderni per mettere in relazione i tassi
di mortalità con tutte le cause, malattie
cardiovascolari e coronariche.
L'analisi ha riguardato 458 uomini di età tra i 30
ed i 59 anni che avevano avuto recentemente un
problema coronarico come un attacco di cuore o un
episodio di angina.
I partecipanti sono stati divisi, in modo casuale,
in due gruppi ad uno dei quali è stato chiesto di
ridurre l'assunzione di grassi saturi (da grassi
animali, margarine comuni e strutto) a meno del 10%
dell'energia assunta e di incrementare l'acido
linoleico (da olio di cartamo e da margarina
ottenuta da olio di cartamo) al 15%.
L'olio di cartamo, una fonte ad alta concentrazione
di acido linoleico e di omega-6, non fornisce PUFA
omega-3, più associati all'olio di pesce.
Il gruppo di controllo non ha ricevuto alcuna
indicazione.
Ambedue i gruppi sono stati seguiti regolarmente per
39 mesi ed hanno tenuto un diario sulla propria
alimentazione. Tutti gli aspetti non legati
all'alimentazione sono stati predisposti per essere
uguali nei due gruppi.
I risultati mostrano che il gruppo dell'acido
linoleico omega-6 ha evidenziato un maggiore rischio
di morte da non importa quale causa, così come da
patologie cardiovascolari e coronarico/cardiache,
rispetto al gruppo di controllo.
Gli autori hanno usato i nuovi dati per aggiornare
una più recente meta-analisi (revisione dei
risultati di altre analisi). Anche questa operazione
non ha mostrato evidenze di benefici ed ha anzi
fatto ipotizzare un possibile maggiore rischio di
patologie cardiovascolari, sottolineando la
necessità di ripensare i meccanismi che legano la
dieta alle patologie del cuore.
Si stima che la metà degli studi clinici realizzati
e completati non sarà mai pubblicata. Anche quando
lo sono, i dati su cui si basano le conclusioni sono
raramente disponibili per analisi da parte di terzi,
cosa che dovrebbe rappresentare uno dei pilastri di
una corretta ricerca scientifica.
Questo significa che i dottori non possono essere
sicuri che le medicine che stanno somministrando
tutti i giorni siano state valutate correttamente
per quanto riguarda sicurezza ed efficacia.
Vedi anche:
Ricercatori dell'Università di Milano smascherano
cent'anni di fake results (22/11/2019)
Link...
Cibo, salute e
informazione non corretta: quanto rischiamo?
(25/03/2015)
Link...
Messe in discussione le
linee guida alimentari sui grassi in UK e USA
(11/02/2015)
Link...
Il minestrone della
Scienza (23/10/2015)
Link...
Per saperne di più
New look at old study casts doubt on value of
vegetable fats for heart health
Link...
(MDN)
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