Meno del 10% del restante habitat delle grandi
scimmie africane rimarrebbe relativamente inalterato
entro il 2030 se la deforestazione continuasse ai
ritmi attuali. Gli scimpanzè oggi sono 200.000,
mentre erano più di 2 milioni un secolo fa. Sono
rimasti solo circa 2.000 gorilla di pianura e alcune
centinaia di esemplari di gorilla di montagna.
L'allarme per gorilla e scimpanzé lo ha lanciato
oggi l'Onu. "In Africa quel poco che resta delle
grandi foreste, e' già stato ceduto alle
multinazionali che deforestano - spiega Sergio
Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace
- In Gabon, ci siamo giocati così un terzo del
paese, immense foreste, alcune delle quali non hanno
mai visto presenza umana" Greenpeace denuncia anche
le forti responsabilità del nostro paese. "L'Italia
e' uno dei principali importatori di legname dal
Bacino del Congo, il primo dal Camerun - continua
Baffoni - Quasi tutte le operazioni forestali in
questa area sono condotte in forma distruttiva,
quando non illegali. Si va dallo sfruttamento
incontrollato delle concessioni alla mancata
demarcazione dei confini e alla falsificazione dei
documenti". L'Italia, in qualita' di paese G8 si era
impegnata tre anni fa a stroncare la piaga del
traffico di legno illegale. Greenpeace chiede al
governo un controllo sulla legalita' delle
operazioni forestali italiane nel Bacino del Congo
ed un blocco delle importazioni di legno proveniente
dalla distruzione delle foreste primarie.
A Johannesburg, non sono state assunte le misure
concrete chieste da Greenpeace: una moratoria alla
deforestazione, il risanamento del mercato del legno
assicurandosi che venga prodotto e commerciato in
modo legale ed ecologicamente responsabile,
l'istituzione di un fondo di almeno 15 miliardi di
dollari annui per finanziare le misure di
conservazione delle foreste e lo sviluppo di
tecnologie compatibili.
La campagna Foreste di Greenpeace
http://www.greeenpeace.it/foreste
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