La commissione europea lancia l'allarme. Nei
prossimi 30 anni in tanti potrebbero morire di
cancro ai polmoni per essere entrati in contatto con
l'amianto. BRUXELLES - "Nei prossimi 30 anni, circa
500 mila persone potrebbero morire di cancro ai
polmoni o di mesotelioma, contratti come conseguenza
diretta del contatto con l'amianto". La denuncia è
contenuta nel rapporto del Parlamento europeo sulla
direttiva Ue per la protezione dei lavoratori contro
i rischi legati all'esposizione all'amianto durante
il lavoro. Uno scenario terribile a cui i Quindici
dovrebbero mettere fine lunedì, quando dovrebbe
essere trovato un accordo politico per modificare la
direttiva sull'amianto del 1983. Secondo le proposte
della Commissione Ue, sarà proibita in tutti gli
Stati membri qualunque attività legata alla
produzione e trasformazione dell'amianto.
"Resteranno quindi consentite solo le attività
legate all'eliminazione dell'amianto già presente
negli edifici", ha indicato il portavoce del
commissario Ue agli Affari sociali, la greca Anna
Diamantopoulou. Il funzionario ha riferito che "ci
sono buone probabilità" che i paesi Ue trovino
l'accordo sperato lunedì. Le modifiche prevedono
l'obbligo per le imprese che svolgono questa
attività di fornire ai loro dipendenti
equipaggiamenti di protezione adeguati. I dossier
medici dei lavoratori devono inoltre essere
conservati per almeno 40 anni dopo la fine della
loro esposizione alla sostanza cancerogena. Al
momento, l'estrazione dell'amianto è stata bandita
in tutti i paesi Ue, mentre la sua trasformazione
resta consentita solo in Spagna, Portogallo e
Belgio. Alcuni anni fa la stessa Commissione Ue ha
dovuto evacuare il suo gigantesco quartier generale
a Bruxelles, il palazzo del Berleymont, dalla
caratteristica forma a "X", per ripulirlo
dell'amianto contenuto nelle sue strutture
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