I ricercatori del CNR
di Pozzuoli (NA) stanno mettendo a punto materiali
plastici biodegradabili da impiegare per la
pacciamatura dei terreni o la costruzione dei
tunnel: una tecnica destinata a risolvere un
problema che solo in Italia interessa 100.000 ettari
di aree coltivate.
Il mondo
dell'agricoltura potrebbe subire una vera e propria
rivoluzione ecologica: i laboratori dell'Istituto di
Chimica e Tecnologia dei Polimeri del Consiglio
Nazionale delle Ricerche di Pozzuoli (Napoli) stanno
infatti mettendo a punto una plastica
biodegradabile, ideale per pacciamare i terreni
agricoli.
Un'invenzione in grado di risolvere un problema
terribilmente serio, dal momento che in Italia le
sostanze plastiche utilizzate per la pacciamatura
dei suoli - soprattutto film in polietilene (PE) ed
copolimeri etilene-vinilacetato (EVA) - ricoprono
una superficie immensa: ben 100.000 ettari di aree
coltivate, sui quali l'attività di riciclo è di
fatto inesistente a causa dei costi elevati
(materiali sporchi e contaminati da diserbanti e
fertilizzanti). Da qui l'idea dei ricercatori del
CNR di destinare a questo scopo sostanze plastiche
biodegradabili, e quindi smaltibili direttamente sui
campi al termine della coltivazione, senza rilascio
di scorie dannose.
"Ci siamo preoccupati - spiega Mario Malinconico,
coordinatore di questa ricerca - di sviluppare
sostanze plastiche molto sofisticate, perché debbono
essere in grado di rispettare le esigenze
microclimatiche delle piante e le regole
dell'agronomia, ma possedere anche specifici
requisiti di robustezza e durata e, soprattutto,
debbono avere un impatto ambientale pari a zero".
Proprio per questo motivo i ricercatori del CNR
hanno scelto materiali di origine agricola, e quindi
biodegradabili: tra questi le plastiche basate su
amido, poliidrossialcanoati e acido polilattico:
"Materiali usati sino ad oggi per ottenere buste per
la spesa - sottolinea Malinconico - ma che nessuno
ha mai testato per verificare, senza possibilità di
dubbio, che non resti alcuna scoria nel terreno".
I primi risultati del lavoro, fatto in
collaborazione con la società Novamont di Novara - e
basati su prodotti a base di amido ideali per la
pacciamatura e la copertura di piccoli tunnel - sono
più che incoraggianti, ma il lavoro degli esperti
continua con una scadenza fondamentale: il 2005,
anno della messa al bando del bromuro di metile e di
altri potenti sterilizzanti da parte dell'Unione
Europea, che richiederà plastiche per l'agricoltura
con rese termiche molto più elevate di quelle
attuali.
Un ulteriore passo in avanti è costituito da un
altro progetto del CNR in fase di approvazione da
parte dell'Unione Europea: un materiale (a base di
polisaccaridi, contenuti in grandi quantità nelle
alghe e nelle bucce di frutta) che si applica
direttamente al suolo a partire da un'emulsione
acquosa; una pellicola estremamente sottile in grado
di essere completamente assorbita dalla flora
batterica del terreno.
Roma, 7 maggio 2003
Per ulteriori informazioni: Mario Malinconico
380-5159549 081-8675212
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