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Scoperti meccanismi cerebrali di reazioni emotive (10/05/2013)

Sono stati scoperti alcuni meccanismi cerebrali legati alle reazioni emotive ed ai comportamenti che ne seguono. In particolare sono stati trovati dei percorsi che connettono ansia e gratificazione.


L'immagine al microscopio mostrano alcune fibre nervose che possono produrre gratificazione e limitare l'ansia.

Per la prima volta è stato compreso come due regioni del cervello interagiscono per stimolare comportamenti conseguenti alle emozioni di ansia e di ricompensa.

La scoperta potrebbe portare a nuove terapie per problemi quali le dipendenze, l'ansia e la depressione.
I risultati sono pubblicati sul numero del 20 marzo 2013 della rivista Nature.

Nel lobo temporale del cervello, nell'amigdala, ci sono degli agglomerati molto fitti di cellule cerebrali che sono importanti per l'elaborazione della memoria e delle emozioni. Quando gli animali, e quindi anche l'uomo, si trovano in situazioni di stress i neuroni di un'ampia porzione dell'amigdala chiamata nucleo del letto della stria terminale (BNST), diventano iperattivi.

Ma quasi paradossalmente i neuroni di quest'area che regola la paura e l'ansia, raggiungono una parte del mesencefalo coinvolta nelle risposte comportamentali alle gratificazioni, l'area tegmentale ventrale, o VTA.

Per molti anni si è saputo che i neuroni della dopamina della VTA cono coinvolti nei processi di gratificazione e di motivazione, e quest'area è collegata con l'altra, il nucleo del letto della stria terminale (BNST).

I ricercatori hanno trovato come interagiscono queste due aree quando stimolano i diversi tipi di risposta comportamentale legate all'ansia ed alla ricompensa.

Già in passato i ricercatori hanno cercato di studiare queste relazioni utilizzando stimolazioni elettriche o farmaci, ma non riuscivano, in questi modi, ad attivare o disattivare rapidamente e specificamente un solo tipo di cellule o di connessioni.

E' cambiato tutto con l'arrivo dell'optogenetica, che combina tecniche ottiche e genetiche di rilevazione, allo scopo di sondare, attivare e disattivare circuiti neuronali all'interno di cervelli.

Con questa tecnica si trasferiscono nelle cellule cerebrali dei mammiferi delle proteine fotosensibili chiamate opsine e derivate da alghe o da batteri, che hanno bisogno della luce per crescere.

Quindi si illuminano con un laser le cellule geneticamente manipolate del cervello stimolandone o inibendone l'attività con una precisione nell'ordine dei millisecondi.

In questo modo Garret Stuber, PhD, assistente professore nei dipartimenti di Psichiatria, Biologia cellulare, Fisiologia e UNC Neuroscience Center, ha usato, con i suoi collaboratori, l'optogenetica per identificare otticamente i diversi tipi di neuroni dal vivo.

Ciò ha permesso loro di identificare un neurone nel BNST che si proiettava nella VTA, un neurone che si inferfacciava direttamente con la regione della ricompensa.

 

Dei topi sono stati sottoposti in modo imprevedibile e ripetuto ad un leggero stimolo fastidioso, una piccola scarica elettrica ad una zampa, sufficiente per creare ansia.

La proiezione dei neuroni BSNT nella VTA ha mostrato i cambiamenti nei livelli di attivazione, ma alcune cellule facevano aumentare l'attività ed altre la inibivano.

Secondo Stuber ci sono popolazioni di neuroni funzionalmente distinte tra quelle del BNST che si proiettano sulla VTA, e questo è solo un esempio della complessità di questo circuito neurale.

I ricercatori hanno ripetuto l'esperimento, ma questa volta identificando otticamente i neuroni BNST con proiezione nella VTA, come eccitanti o inibenti delle cellule, integrando la separazione con l'uso di topi geneticamente modificati in modo da identificare i differenti tipi di cellule nervose.

I neuroni del glutammato, stimolanti, erano il gruppo di cellule che accresceva l'attività di risposta allo stimolo applicato alla zampa dei topi, mentre le cellule gabaergiche mostravano un'attività inibitoria.

La sintesi è stata che si avevano risposte opposte in funzione di quali gruppi di cellule si stimolavano.

I neuroni del glutammato portavano a risposte negative, con ansia, mentre nel secondo caso si aveva una risposta più tranquilla, legata alla gratificazione e senza ansia.

I topi preferivano questa seconda situazione e tendevano a passare più tempo nella zona della gabbia dove avevano avuto questo stimolo.

Ora si tratta di procedere con lo studio di nuovi percorsi terapeutici per le patologie connesse a questi stati.

I diversi co-autori dello studio sono nella pagina in inglese della notizia.

Per saperne di più
nature
Distinct extended amygdala circuits for divergent motivational states
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Diverging neural pathways assemble a behavioural state from separable features in anxiety
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Anxiety is the sum of its parts
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Per saperne di più su ansia e depressione...
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Marco Dal Negro