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Dopo l'infarto una sana attività sessuale allunga la vita (13/08/2019)

Dopo un'infarto le persone sessualmente attive vivono più a lungo di quelle sessualmente inattive, lo conferma un recente lavoro della Tel Aviv University.

I ricercatori hanno seguito per 22 anni 1.120 uomini e donne che hanno avuto il primo infarto entro i 65 anni di età.

Durante questo tempo sono morte 524 persone.

Rispetto a chi ha dichiarato inattività sessuale durante l'anno prima dell'infarto, chi ha avuto una vita sessualmente attiva, con più di un rapporto alla settimana, ha avuto il 27% in meno di probabilità di morire durante gli anni della ricerca, chi ha avuto raporti settimanali il 12% e chi più saltuariamente l'8%.

Il rapporto tra attività sessuale e probabilità di sopravvivere è risultato ancora più evidente guardando l'attività sessuale dopo l'infarto, anche se con qualche sorpresa.

Se infatti a chi aveva fatto sesso meno di una volta alla settimana corrispondeva una percentuale di sopravvivenza (rispetto agli astinenti) del 28%, il valore più alto è stato il 37% di chi lo aveva fatto mediamente una volta alla settimana, contro il 33% di chi lo aveva fatto più di una volta alla settimana.

L'attività sessuale più bassa è risultata associata alle persone meno giovani, alle donne, alla mancanza di partner fissi e alla presenza di altre malattie.

Rispetto a chi aveva fatto sesso più di una volta alla settimana nell'anno che ha preceduto l'infarto, gli inattivi avevano più frequentemente pressione alta, colesterolo alto, diabete, e diverse altre patologie croniche.

Chi aveva fatto sesso più di una volta alla settimana nell'anno precedente all'infarto aveva un'età media (all'inizio dello studio) di 49 anni, mentre chi non l'aveva fatto aveva mediamente 58 anni.

Quando poi i ricercatori hanno corretto i dati tenendo conto degli elementi che avrebbero potuto influenzare i risultati, come l'età, gli stili di vita ed altri fattori socioeconomici, il link tra attività sessuale e sopravvivenza si è affievolito.

Secondo i ricercatori è possibile che una regolare attività sessuale abbia contribuito ad attivare alcuni combiamenti biologici nelle persone.

L'attività sessuale, ad esempio è correlata con un maggiore lunghezza dei telomeri, che normalmente si accorciano con il passare del tempo.

Ma è anche possibile che essere sessualmente attivi sia semplicemente un indice di buona salute, piuttosto che esserne una causa.

Di certo c'è che l'attività sessuale, se soddisfa un bisogno sano, non nevrotico o compulsivo, contribuisce a mantenere un generale equilibrio dell'organismo e quindi a farlo vivere meglio e probabilmente più a lungo.

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Per saperne di più
he American Journal of Medicine
Frequency of sexual activity and long-term survival after acute myocardial infarction
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Tel Aviv University
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Marco Dal Negro