Negli U.S. gli studiosi si domandano quale sia la
causa dell'aumento in corso, di infezioni da HPV, il
papillomavirus, associato a cancro del collo e della
testa, nei maschi bianchi

E poi, un vaccino fatto all'età di 11 anni riuscirà
a proteggere le persone fino al decennio dei 40 anni
quando il cancro cervicale colpisce di più?
Nella lotta all'HPV Kevin Ault, ginecologo alla
Emory University getta uno sguardo sul futuro.
La maggior parte dei cancri cervicali è causata da 2
varietà di HPV ed il vaccino approvato nel 2006 può
proteggere da tutti e due, anche se l'efficacia di
lungo termine è sconosciuta.
L'HPV è un avversario astuto: la maggior parte delle
persone che si infettano non lo sanno nemmeno. Si
stima che l'80% delle donne e degli uomini
sessualmente attivi sia, in qualche momento della
vita, portatrice del virus, ma, nella maggior parte
dei casi, il sistema immunitario provvede ad
eliminarlo dall'organismo.
I ricercatori hanno trovato che il virus si nasconde
in anfratti nella cervice, nell'ano, nelle tonsille,
alla base della lingua ed in gola. Più di 40 tipi di
HPV possono infettare sia gli uomini che le donne,
ma si è visto che due tipi, l'HPV-16 e l'HPV-18,
causano il cancro cervicale così come la maggior
parte dei cancri anali ed alcuni vaginali, vulvari,
penili della testa e del collo.
Il Dr. Ault è a capo di uno studio alla Emory
finanziato dai National Institutes of Health (NIH),
U.S., che mira a scoprire per quanto tempo una
persona vaccinata è protetta. Partecipano allo
studio donne sane di età tra i 18 ed i 26 anni che
saranno seguite per 3 anni. La ricerca considera
donne che hanno ricevuto solo 2 dosi di vaccino per
l'HPV, rispetto alle 3 raccomandate.
Ault spiega che che quanto scoperto di recente per
il vaccino della pertosse può fare un po' di
chiarezza sull'efficacia, nel lungo termine, del
vaccino dell'HPV.
Negli anni 90 i bambini negli U.S. cominciarono a
ricevere una nuova versione del vaccino della
pertosse che dava minori effetti collaterali,
rispetto alla versione originale.
I ricercatori della Kaiser Permanente hanno
recentemente mostrato che la protezione immunitaria
è però svanita più velocemente rispetto al vecchio
vaccino, coprendo solo 5 anni e ritengono che questo
sia un fattore che ha contribuito alla maggiore
esplosione di casi di pertosse degli ultimi 50 anni,
nel 2012.
Il Dr. Ault lavora perchè possa essere chiaro se il
vaccino per l'HPV è di lunga durata o è come
l'antitetanica che ogni 5 anni deve essere rifatta.
L'oncologo della Emory Jonathan Beitler segnala che
vi è una evidenza che lega l'infezione da HPV al
cancro della testa e del collo. In un articolo
pubblicato su Oncology i ricercatori dell'Emory's
Winship Cancer Institute hanno riportato notizie di
un incremento, negli ultimi 20 anni, di tumori alla
gola ed alle tonsille correlati all'HPV,
specialmente tra gli uomini. In parte l'incremento è
spiegato dall'uso di tecniche più raffinate che
rilevano di più e da una ricerca più mirata. Fino a
dieci anni fa il problema non era così sentito,
riguardava prevalentemente uomini anziani, fumatori
e bevitori. Ora si vedono pazienti più giovani, più
acculturati e senza quei tradizionali fattori di
rischio.
Beitler stima che tre quarti dei pazienti che vede
con cancro a testa e collo hanno tumori correlati
all'HPV: l'incremento può essere legato al fatto che
si pratica maggiormente sesso orale e si consuma più
marijuana. Avere per esempio praticato sesso orale a
6 o più partner aumenta di 9 volte il rischio di
sviluppare un cancro a testa e collo di una persona,
con un rischio che è maggiore di quello legato al
fumo.
La buona notizia è che i pazienti che hanno
sviluppato tumori legati all'HPV generalmente ne
escono meglio di quelli che hanno tumori di altra
origine. I tassi di sopravvivenza di questi pazienti
sono più alti, con percentuali del 75% - 80% a 5
anni, contro il 50% dei tumori non legati all'HPV.
I tassi più alti di sopravvivenza e la più giovane
età dei pazienti testimoniano che gli oncologi che
curano il cancro i testa e collo stanno provando
approcci che siano il meno invasivi possibile e
farmaci che abbiano i minori effetti secondari
possibile. La sfida, oggi, è quella di alleggerire
il più possibile le terapie continuando a curare i
pazienti, in modo da farli ritornare alla loro vite.
In due trial clinici nei quali è coinvolto Beitler i
ricercatori stanno comparando due farmaci
antitumorali per trattare il cancro di testa e
collo, in combinazione con la radioterapia.
Un approccio usa un agente standard che danneggia il
DNA, il cisplatin, con il farmaco test cetuximab,
per bloccare il fattore di crescita trovato nelle
cellule del tumore di testa e collo. Lo scopo è di
stabilire se se il cetuximab può fornire lo stesso
livello di efficacia con minori effetti secondari
quali le afte in bocca.
I ricercatori sperano anche di raccogliere
informazioni sui geni delle varietà di HPV che
contribuiscono all'attività del cancro di testa e
collo.
Beitler conclude notando che le varietà di HPV
continuano a modificarsi e che gli studi di Ault
potrebbero guidare gli aggiornamenti che riguardano
i vaccini, sia per gli uomini che per le donne.
[_private/vid/salute/HPV-Emory.htm]
Per saperne di più
Emory University
(MDN)
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