Sembra che l'HIV utilizzi una proteina normalmente
presente nel seme maschile per diffondersi più
facilmente nei tessuti della cervice uterina. La
proteina, l'interleuchina 7 (IL-7), appartiene alla
famiglia di proteine che regolano la risposta
immunitaria, è normalmente presente nel seme
maschile, ma lo a livelli molto alti se l'uomo ha
l'HIV.
I ricercatori dei National Institutes of Health,
U.S., hanno sviluppato un sistema di cultura basato
su piccoli pezzetti di tessuto della cervice
femminile utilizzati per simulare la trasmissione
maschio-femmina del virus dell'HIV cha causa l'AIDS.
Hanno quindi osservato la diffusione del virus nel
tessuto cervicale in condizioni di laboratorio
controllate.
In presenza dell'IL-7 ai livelli normalmente
riscontrati nel seme di uomini con l'HIV il virus si
diffonde molto più rapidamente rispetto a quanto
avviene nei tessuti non trattati con l'IL-7.
Per il momento i ricercatori ipotizzano che la
maggiore presenza di IL-7, da sola o in associazione
con altre molecole, possa favorire la diffusione
dell'HIV, ed allo stesso modo ritengono che gli
stessi livelli possano determinare quanto infettivo
possa essere ciascun maschio nei confronti della
partner. Bloccando poi l'IL-7 i ricercatori sperano,
in futuro, di poter prevenire o almeno dilazionare
la diffusione del virus.
Il principale obbiettivo dell'HIV sono i linfociti
T, un tipo di cellule del sistema immunitario che
normalmente proteggono il corpo dagli attacchi
esterni. Normalmente, quando queste cellule vengono
infettate dall'HIV muoiono rapidamente, prima che il
virus possa riprodursi in grandi quantità. I
ricercatori, però, hanno scoperto che, in pezzi
isolati di tessuto cervicale, i linfociti T
infettati dall'HIV, in presenza di IL-7 vivono molto
più a lungo continuando a riprodurre il virus. Si è
anche visto che l'IL-7 stimola la divisione dei
linfociti T non infettati facendone crescere il
numero, ma questi immediatamente diventano
obbiettivo del virus che li infetta aumentando
ulteriormente la sua espansione.
I ricercatori sanno bene che tra quanto avviene in
laboratorio e negli esseri umani vivi ci sono spesso
grandi differenze e si preparano quindi a proseguire
lo studio.
Sono co-autori dello studio Andrea Introini,
Christophe Vanpouille, Ph.D., Andrea Lisco, M.D.,
Ph.D., Jean-Charles Grivel, Ph.D., e Leonid Margolis,
Ph.D., tutti dei National Institutes of Health,
NICHD. Andrea Introini è anche dottorando
all'Università degli Studi di Milano, Italia.
I risultati della ricerca sono su PLOS Pathogens.
Per saperne di più
http://www.nichd.nih.gov/
Interleukin-7 Facilitates HIV-1 Transmission to
Cervico-Vaginal Tissue ex vivo
(MDN)
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