Allarme dei matrimonialisti: troppe ore incollati al
video dividono la coppia. Troppe ore incollati alla
tv sono dannose, si sa. Ma se si parla di coppie già
in difficoltà o normalmente litigiose, l’effetto può
essere ancor più devastante: la fatidica goccia che
fa traboccare il vaso portando a separazioni o al
fatidico divorzio. E’ questo quanto emerge da uno
studio promosso dall’Associazione Donne & Qualità
della Vita, guidata dalla sessuologa Serenella
Salomoni, in collaborazione con un pool di 30
matrimonialisti, su un panel di 250 coppie.Intendiamoci:
spesso non accade, ma il rischio secondo gli esperti
c’è tutto. Se nella maggior parte dei casi (47%) si
discute ma poi si finisce per sdrammatizzare,
un’importante fetta di intervistati ammette a volte
di litigare con il partner in maniera più seria,
tanto da lasciare strascichi nel rapporto (26%).
Meno numerosi sono invece i casi di chi si confronta
spesso (18%), e davvero rare sono le coppie che si
trovano sempre in sintonia (9%). Spiega infatti
Serenella Salomoni: «La tv può indubbiamente
diventare un mezzo che porta alla discussione. Ma in
alcuni casi, può diventare una vera ossessione: si
trova in ogni stanza, non più solo in salotto, e
spesso rimane per lo più accesa senza essere
necessariamente seguita, ma come pretesto perché il
compagno (o la compagna) resti in silenzio».
Negli oltre 250 casi di separazioni analizzate il
fattore tv è stato una concausa di divorzio di ben
una coppia su due. Ovviamente uno dei coniugi lo
individuava come uno tra i motivi di disattenzione o
di mancanza di dialogo di coppia. Ma è significativo
che l’invadenza del mezzo televisivo acquisti un
ruolo così visibile.
Una tendenza, questa, favorita dalla tradizionale
bulimia degli italiani, veri e propri campioni della
videodipendenza. Anzi, peggio: secondo un’analisi
del centro media OMD sono dei veri hard viewer. Gli
adulti, ad esempio, raggiungono mediamente le 4 ore
e 17 minuti contro una ben più modesta media europea
di 3 ore e 33 minuti, avvicinandosi così
pericolosamente alla media americana di 4 ore e 25
minuti. La palma d’oro del consumo tv spetta, però,
alle donne che raggiungono le 4 ore e 47 minuti.
Guardando alle classi d’età, i dati segnalano poi
che in Italia ci sono ben 970.000 35/44enni che
arrivano a consumare fino a 9 ore e 25 minuti di
televisione (indice di affinità 57), dato che cresce
fino a 1.400.000 nella fascia 45/54 (indice di
affinità 100).
A questi vanno aggiunti coloro che si fermano a
‘solo’ 5 ore e 48 minuti nelle due fasce d’età,
rispettivamente 1.700.000 (indice di affinità 99) e
1.500.000 (indice di affinità 106).“La televisione,
insomma, va a rompere determinati equilibri che sono
alla base del dialogo e della capacità di
confronto”, ragiona Gian Ettore Gassani,
matrimonialista con studi a Roma, Salerno e Napoli.
“Quando si crea il silenzio, quando la televisione
diventa una barriera di comunicazione, anche il
rapporto coniugale o da conviventi vive delle
complicanze.
Ci sono coppie che addirittura vedono la televisione
in due stanze diverse, allontanandosi anche
fisicamente”.I gusti personali, inoltre, si
discostano almeno in parte dalle preferenze di
coppia. Se infatti film, fiction e varietà sono le
tre categorie in cima alla fruizione singola
(rispettivamente con il 62, 55 e 43%), nella visione
di coppia le preferenze si attestano sui programmi
di informazione e approfondimento giornalistico
(28%) -in primis “Porta a Porta”- seguiti da film e
fiction (23%) e dai quiz (20%). Tra le trasmissioni
maggiormente “consumate” in coppia figurano, in
particolare, oltre a “Porta a Porta” (38%), “Che
tempo che fa” (27%), “Anno Zero” (22%), “Matrix”
(7%), e “Uno Mattina” (6%).
Precipitano, invece, le categorie show/varietà (18%)
e calcio e sport (11%), a dimostrazione che questi
due filoni televisivi sono i più divisivi per la
coppia, potenzialmente i più a rischio litigi. E,
quindi, quelli meno frequentati dalla visione in
tandem. Le trasmissioni sportive, in particolare,
restano la pietra dello scandalo: infatti
coinvolgono solo il 30% delle donne, mentre il loro
consumo resta prettamente maschile (70%).
«In realtà non ci sono molti programmi positivi per
la coppia –chiosa Cesare Rimini, noto avvocato
matrimonialista-. Tra questi bisogna considerare
soprattutto quelli culturali. Il programma di Fabio
Fazio può essere tra questi perché è intrattenimento
e allo stesso tempo una trasmissione culturale.
Oppure “Per un pugno di libri”». Di opinione
diversa, ma non per forza opposta, è Alessandro
Simeone, avvocato divorzista: «Non penso che
esistano programmi più dannosi di altri, tutti i
programmi hanno la stessa valenza da questo punto di
vista. Non è tanto il contenuto, ma è il mezzo.
Anche i talk show, ad esempio, oramai vengono fatti
ad un’ora talmente tarda e si concludono ancora più
tardi (anche all’una di notte), che un
approfondimento diventa impensabile».Non è detto,
poi, che nelle coppie l’uso, o l’abuso, del mezzo
televisivo sia uguale a quello dei singoli fruitori.
Dallo studio emerge infatti che la maggior parte
delle coppie guarda insieme la tv da 1 a 3 ore
(28%), ma non manca chi si attesta tra le 3 e le 6
ore (26%). Seguono i light viewer, che accendono la
tv meno di un’ora al giorno (22%) e i telemaniaci,
che accendono il loro elettrodomestico preferito
anche più di 6 ore al giorno (18%). Anche nell’uso
della tv il tempo è tiranno e i telespettatori hanno
dei momenti privilegiati e dedicati completamente
alla tv. I momenti topici per guardare in coppia la
televisione risultano l’immancabile dopo cena (83%)
anticipato molto spesso anche dal pasto serale
(42%).
A sorpresa, anche la prima colazione diventa un
momento di condivisione mediatica (28%), mentre il
pranzo, anche a causa degli impegni di lavoro, si
ferma al 7%.Considerando poi che “gli unici momenti
in cui ci si vede sono diventati la cena e il
dopocena –spiega Rosaria Capozzi, matrimonialista di
Napoli– ecco che, se in queste circostanze, la
coppia, piuttosto che dialogare, guarda pure la tv,
è evidente che tutti i problemi, grandi o piccoli
che siano, possano ingigantirsi. In particolare,
trovo negativi i programmi che danno un’idea di
famiglia e di coppia non positiva, perché tendono a
far risultare normale quella che è l’anormalità”.Ma
chi decide, in ultima analisi, su quale canale
sintonizzare il televisore? In rari casi accade che
la decisione spetti ‘al più veloce’, a chi prima
s’accomoda, ma nella stragrande maggioranza dei casi
la scelta spetta a un comune accordo (42%). Nei casi
di scelte unilaterali il telecomando finisce più
facilmente, ma non molto, in mano alla donna (28%)
rispetto agli uomini (25%).
La prova?“La televisione può essere fonte di litigi
e crisi per una coppia e può incidere negativamente
su un rapporto già incrinato”, precisa Andrea
Rossolini, matrimonialista del foro di Ancona.
“Penso a programmi come le telenovelas, ad esempio.
Alcune mogli, infatti, non ne perdono una puntata e
si disinteressano completamente della vita
coniugale, destabilizzando il rapporto di coppia”.
Dott.ssa Serenella Salomoni |