Spazzolino e un po’ di dentifricio sono utili per la pulizia e l’equilibrio chimico e batterico della bocca, ma secondo una ricerca della UW Medicine (University of Washington) non possono eliminare i batteri che causano la carie, nonostante la pubblicità lo sostenga da più di 100 anni.

E’ convinzione diffusa che spazzolare i denti con il dentifricio prevenga la carie perché in questo modo si rimuove la pellicola che contiene milioni di batteri che la causano.

Ma in un articolo pubblicato sulla rivista Gerodontology, Philippe Hujoel, ricercatore alla University of Washington School of Dentistry, sostiene che questa nozione è più frutto di un mito creato dalla pubblicità che un fatto reale.

Quasi un secolo fa, gli scienziati consideravano i prodotti per l’igiene orale inutili nella prevenzione delle carie dentali.

È stato documentato che i batteri che causano la carie risiedono in fessure e crepe sui denti, dove sono inaccessibili ai prodotti per l’igiene orale.

Ricerche cliniche successive confermano che questi scienziati avevano ragione.

Ma come è successo che la rimozione della placca dentale è giunta ad essere coonsiderata la prima linea di difesa nella prevenzione della carie dentale?

Secondo quanto Hujoel afferma nell’articolo è stata la pubblicità diretta ai consumatori, all’inizio del XX secolo.

L’uomo che ha globalizzato questo mito per vendere dentifricio è stato il pioniere del marketing Claude Hopkins.

Hopkins avrebbe usato la leva dell’allarmismo sostenendo che comprando il dentifricio pubblicizzato sarebbe stato possibile prevenire gravi malattie.

Scienziati di livello, consigli scientifici e produttori più etici di dentifrici hanno fatto del loro meglio per sfatare i miti creati da questa pubblicità ingannevole.

William Gies, uno dei fondatori della moderna educazione dentale, ha criticato l’ignoranza scientifica delle pubblicità di Hopkins.

Nel suo articolo su Gerodontology Hujoel spiega come attraverso la promozione diretta ai professionisti della salute l’idea dell’efficacia dei prodotti per l’giene orale nel combattere la carie si è consolidata.

Anche la scoperta dell’efficacia del fluoro per proteggere dalla carie non ha aiutato a fare chiarezza.

Secondo Hujoel, oltre al fluoro, vi è evidenza scientifica dell’importanza della vitamina D nel processo di mineralizzazione e di rafforzamento dei denti, anche se non se ne parla più.

Ma cosa possono fare i consumatori?

Per prima cosa non pensare che la pubblicità possa essere una fonte scientifica di informazioni: l’obbiettivo della pubblicità non è informare ma promuovere le vendite dei prodotti.

Secondo Hujoel la chiave è ciò che mangiamo: chi mangia pochi carboidrati è meno a rischio di carie, mentre chi mangia molti zuccheri e amidi dovrebbe usare un dentifricio al fluoro.

In realtà la salute della nostra bocca è condizionata dall’equilibrio tra i diversi microrganismi.

Tenere la bocca pulita, anche con un po’ di dentifricio, rimuovendo i residui di cibi e bevande è sicuramente indispensabile per la salute del cavo orale.

Sconvolgere l’equilibrio della flora batterica orale con l’uso indiscriminato di antibatterici o antibiotici può invece avere conseguenze molto gravi.
Qualche esempio è riportato nei link qua sotto.

Troppo spesso la pubblicità ha cercato di spacciare per corretta informazione scientifica l’idea che annientare la flora batterica del cavo orale sia la soluzione per mantenere una bocca sana.

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UW Medicine
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Marco Dal Negro
Antonio Turetta

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