La passione è, in natura, quello che molti cercano inutilmente con l’aiuto di sostanze.

La passione può essere bellissima o pessima.

La passione è sale, pepe, peperoncino, che dà sapore, un buon sapore, a volte, e brucia, a volte troppo.

Potenzia enormemente ciò a cui è applicata.

La passione ti fa raggiungere risultati inimmaginabili.

Fa la differenza e, a volte, è indispensabile.

La passione ti fa vincere e ti fa perdere.

Ti porta in paradiso e ti fa vivere l’inferno.

Per capire la passione bisogna provarla: c’è chi è più portato, più passionale? Magari no.

C’è chi vorrebbe averla, provarla a comando, ma non è possibile.

La passione è indipendente dalla volontà, fa parte della sfera emotiva, difficile controllarla, ma non impossibile, anzi a volte sarebbe meglio essere in grado di farlo.

Puoi controllarne gli eccessi, ma non fartela venire.

Richiede generosità, anche se è egoista, ti fa vedere meglio, ma può accecarti allo stesso tempo.

La passione é amore ed odio, tanto amore e tanto odio. Tantissimo, senza limiti.

Ti inebria, ti fa volare, via, bellissimo stupendo, anche se devi essere capace di rialzarti quando, all’improvviso, ti lascia cadere per terra rompendoti come un puzzle.

E’ contrasti, contraddizioni.

La passione può riguardare qualunque ambito, essendo un modo di essere, o una modalità di vita.

Nella musica è ciò che la rende viva, vissuta, con l’anima, si dice “sentita”, a differenza di quella suonata tecnicamente, in modo scolastico, automatico, che rimane fredda, morta, che non dà emozioni.

La passione non è parte del mondo della ragione, ma del mondo delle emozioni, molto più potenti e, non a caso travolgenti.

Ma se non si può ordinare alla passione di esserci, o a qualcuno che non la “sente” di sentirla, di viverla, ci si può però educare a provare l’esperienza di un maggior numero di sfumature: è come aumentare la “definizione” delle proprie esperienze portando la propria capacità percettiva verso l’HD, l’alta definizione.

A volte in questo modo si comincia a cogliere qualcosa di più, di nuovo, e poi ancora di più, e questo può portare ad incontrare la passione.

Certo questo percorso non é per i pigri, neanche per i calcolatori, gli aridi, quelli troppo egoisti, i frettolosi, i superficiali e quelli poco curiosi, quelli che sanno già tutto.

Sentire di più, lasciandosi andare, liberando un po’ la nostra parte emotiva.
Si può averne paura, desiderarla, si può esserci passati ed averla schiacciata giù in fondo, dove si spera che non crei più problemi, si può averne bisogno come dell’aria che si respira, in ogni caso è sempre sconvolgente.

La passione è fatica, può sfinire.

La passione é una questione di chimica, se non c’é non c’é.

La passione è quella che mette un artigiano nel fare il suo vino sublime, ed è anche quella che viviamo noi quando lo beviamo, se ce l’abbiamo.

La passione è quella che mette il fotografo o il pittore quando deve ritrarre l’anima di una persona, di qualcosa, di un posto, di una situazione.

Quando vuole comunicare un’emozione. La passione é quella che mette quando deve ritrarre qualcosa o qualcuno che lo fa innamorare.

La passione é anche quella di Tinto Brass, e non solo, per il culo. Il culo, si, perché la passione per le natiche, i glutei, o peggio per il lato B é una contraddizione di termini.

La passione è anche provare un’emozione nel guardare un corpo, magari non perfetto, non ritoccato, ma che ha una sua personalità, che é espressivo, vero, con una storia, vissuta o immaginata, che ti racconta delle cose belle, che ti incanta, uno specchio della persona di cui è parte.
Anche se non é perfetto.

Certe tette tutte finte possono al massimo dare emozioni tutte finte, buone per i sempliciotti e gli allocchi, salvo rari casi.

Ma allora ci saranno l’espressione, gli occhi, il modo di muoversi, la gestualità che racconteranno la persona, che ti faranno capire che dentro ha un’intensità vera, una carica, la vita. Ed è questo che può affascinarti, farti intravedere che lì c’è la passione.

E non è detto che ci sia la sua voglia di incontrarti.

Perché se la voglia, generica, non di te, e cerca una voglia in generale, non la tua voglia proprio nei suoi confronti, va bene per “…chi si accontenta gode, così e così.”

Perché la passione è bellissima se vissuta insieme, dolorosissima e terribile se vissuta da soli.

Per sopravvivere alla passione solitaria, quella dolorosa, tanto travolgente e distruttiva, che sembra insopportabile, ci vuole molta forza, una buona consapevolezza di sé, conoscenza ed accettazione dei propri limiti ed una carica vitale, dentro, molto solida.

Tanto questa passione é istinto di morte, thanatos, tanto per superarla e trarne ciò che di buono può darci é necessario istinto di vita, che ci permette di superare il momento per andare verso una passione condivisa, eros.

La passione non per tutti, chi é troppo fragile soffrirà e farà magari anche soffrire; chi ha troppa paura di mettersi in gioco rischia di fare danni, anche se magari poi ne esce rafforzato, e questo potrebbe non essere un male.

E’ comunque bello sentire che qualcuno ha dentro la passione, perché é vita. Se ti piace.

La passione é quella che leggi negli occhi, nel viso, nell’espressione, non nell’espressione piaciona, finta, ammiccante della persona che si mordicchia le labbra facendo finta di qualcosa.

O quella di quei ridicoli personaggi che “fanno” gli occhi che ridono perché “fa simpatia” e predispone bene il prossimo nei propri confronti.

La passione é quella che vedi che c’é dentro.

La passione é quella vera.

La passione è come la mela dell’albero del bene e del male: una volta assaggiata, nulla è più come prima.

Come la conoscenza, appunto…

Marco Dal Negro

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