Il boom e lo sgonfiarsi del fenomeno "Mucca Pazza"
ebbero tra le concause il fatto di non sapere: non
era possibile sapere se si stava covando l'infezione
perchè non era disponibile nessun test da fare su
persone o animali vivi e si poteva solo analizzare
un pezzetto di cervello, quindi da morti.
Non sapendo se c'era infezione e presumendo tempi di
incubazione lunghissimi, anche di anni, molti paesi
vietarono le donazioni di sangue a tutti coloro che
avevano passato alcuni mesi nel Regno Unito o vi
avevano ricevuto trasfusioni. Nei bovini, poi,
considerati la prima causa di trasmissione del
virus, il prione che lo trasmetteva non poteva
essere identificato prima dell'età di 18 mesi, di
conseguenza divenne obbligatorio, in Europa,
analizzare un pezzetto di cervello di tutti bovini
di età superiore ai 18 mesi prima di metterli
sul mercato. Il campione veniva prelevato al macello
e mandato ai centri autorizzati, che di solito erano
pochissimi, qualcuno per ogni nazione, e solo dopo
il responso positivo la carne veniva messa in
vendita. Ed è ancora così, con la prima conseguenza,
immediata, di trovare in vendita solo vitelli e
vitelloni sotto i 18 mesi, in modo da evitare i
tempi lunghi ed i costi alti legati agli esami, a
carico del venditore. E il prione? Speriamo bene.
Ma è per il bisogno di sangue per le trasfusioni che
gli scienziati hanno cercato un modo per
identificare la presenza dell'infezione anche nella
fase pre-clinica, in assenza di qualsiasi sintomo.
Utilizzando una nuova tecnica di sequenziazione
genetica gli scienziati hanno scoperto che le
cellule infettate dal prione (l'agente responsabile
di questa malattia) rilasciano delle particelle che
contengono una firma genetica facilmente
riconoscibile.
L'identificazione di specifici marcatori diagnostici
non-invasivi durante la fase pre-clinica è di grande
importanza.
Il Professore associato Andrew Hill — del Department
of Biochemistry and Molecular Biology al Bio21
Institute, spiega che queste particelle viaggiano
assieme al sangue analizzando il quale è possibile
eseguire un test diagnostico.
Le malattie da prione sono patologie
neurodegenerative che colpiscono animali ed esseri
umani. Il prione è una proteina, PrPC, e la sua
forma infettiva anomala PrPSc è stata trovata
associata ad esosomi che sono delle piccolissime
vescicole della misura di 50-130 nm (nanometri).
Gli esosomi contengono anche MicroRNA (miRNA), una
classe di piccole molecole di RNA non codificante, e
sono state utilizzate per identificare la firma del
miRNA per diagnosticare la malattia.
Il principale autore della ricerca, il Dr. Shayne
Bellingham mette in evidenza il fatto che questa
scoperta potrà essere utilizzata per diagnosticare
anche altre malattie neurodegenerative come
l'Alzheimer ed il Morbo di Parkinson.
Péer saperne di più
La ricerca è pubblicata sull'Oxford University Press
Nucleic Acids Research journal.
"Small RNA deep sequencing reveals a distinct miRNA
signature released in exosomes from prion-infected
neuronal cells."
Authors: Shayne A. Bellingham, Bradley M. Coleman
and Andrew F. Hill.
http://nar.oxfordjournals.org/content/early/2012/09/08/nar.gks832.full
.University of
Melbourne
( Marco Dal Negro )
|