Un nuovo approccio ha evidenziato il rapporto tra la
depressione ed alcune varianti di un gruppo di geni
coinvolti nella trasmissione di segnali del
glutammato, un neurotrasmettitore.
Secondo un nuovo rapporto, pubblicato su
Translational Psychiatry, un farmaco che operasse
sul glutammato potrebbe riuscire a contrastare la
depressione in modo molto più efficace di quanto
fatto non avvenga ora con i farmaci antidepressivi.
IJordan Smoller, MD, ScD, direttore della
Psychiatric and Neurodevelopmental Genetics Unit del
Massachusetts General Hospital (MGH) Department of
Psychiatry, autore anziano dello studio, spiega che
invece di ricercare una variazione del DNA alla
volta i ricercatori hanno considerato gruppi di geni
con percorsi analoghi ed hanno trovato che un gruppo
di geni coinvolti nella trasmissione glutammatergica
era associato con il rischio di depressione.
La scoperta è particolarmente interessante, in
particolare se consideriamo i recenti studi che
hanno dimostrato che i farmaci che influiscono sulla
trasmissione del glutammato possono avere effetti
antidepressivi molto rapidi.
Contrariamente a quanto fatto fino ad ora nella
ricerca sulla componente genetica della depressione,
la strategia adottata dal gruppo di ricerca composto
da studiosi del Broad Institute of MIT and Harvard e
di altri centri di ricerca negli U.S., Australia e
Olanda, ha adottato una strategia chiamata gene set
pathway analysis, cioè basata sull'analisi di gruppi
di geni ci percorsi analoghi.
Partendo da un gruppo di
geni che precedenti studi hanno collegato alla
depressione, i ricercatori hanno utilizzato un
processo di analisi chiamato text mining per
analizzare la letteratura medica alla ricerca di
informazioni relative alla funzione biologica dei
geni.
Sulla base di questi
risultati sono stati individuati 178 percorsi
biologici che riguardavano questi geni, ma solo 1 di
questi percorsi, quello coinvolto nella trasmissione
di segnali neuronali portati dal glutammato è
risultato associato in modo significativo al rischio
di depressione.
Jordan Smoller continua
spiegando che il glutammato è il trasmettitore
eccitatorio più ampiamente utilizzato dal sistema
nervoso centrale e molti studi sia sugli animali che
sugli esseri umani hanno indicato un possibile ruolo
nella depressione.
Addirittura recenti
studi hanno trovato che la ketamina, una sostanza
nota per bloccare un recettore del glutammato, si
dimostra avere effetti antidepressivi che sono molto
più rapidi di quelli degli antidepressivi
tradizionali, che richiedono invece molte settimane
per dare i loro frutti.
Nuove ricerche potranno
ora confermare queste scoperte e chiarire
esattamente come le variazioni nell'azione del
glutammato influiscono sui sistemi cerebrali
coinvolti nella depressione.
Phil Hyoun Lee, PhD,
della MGH Psychiatric and Neurodevelopmental
Genetics Unit (PNGU) è l'autore che ha coordinato la
ricerca.
Altri co-autori sono Roy Perlis, MD, Richie Siburian,
Stephen Haddad, MS, Catherine Mayerfeld e Shaun
Purcell, PhD, MGH PNGU; Erroll Rueckert, PhD, MGH
Center per Human Genetic Research; Jae-Yoon Jung,
PhD, Harvard Medical School; Enda Byrne, PhD, Naomi
Wray, PhD e Nicholas Martin, PhD, Queensland
Institute of Medical Research, Australia; Andrew
Heath, DPhil, Michele Pergadia, PhD e Pamela Madden,
PhD, Washington University, St. Louis; Dorret
Boomsma, PhD e B.W. Penninx, PhD, VU University,
Amsterdam, The Netherlands e Pamela Sklar, MD, PhD,
Mount Sinai School of Medicine, New York. Lee,
Perlis, Rueckert, Purcell e Smoller sono anche
affiliati al Broad Institute. Lo studio è stato
finanziato con fondi del National Institute of
Mental Health.
Vedi anche
Depressione: coinvolto anche un gene (19/09/2012)
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Per saperne di più
Multi-locus genome-wide association analysis
supports the role of glutamatergic synaptic
transmission in the etiology of major depressive
disorder
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Per saperne di più su
ansia e depressione...
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Marco Dal Negro |