La relazione tra cancro ed infiammazione, che è la risposta del sistema immunitario a infezioni,
irritazioni o traumi, è un po' come la storia dell'uovo e della gallina. I due si verificano insieme, ma gli scienziati non sono realmente sicuri su quale venga prima e quale causi l'altro.
Una recente scoperta potrebbe aiutare a fare un po' di luce
sulla questione, ed è stata realizzata da un gruppo di ricercatori coordinato dallo scienziato intramurale del NIDCD, Carter Van Waes, M.D., Ph.D., dai suoi colleghi della sezione di biologia oncologica del reparto di
chirurgia di testa e collo al NIDCD, e da scienziati del SUNY Buffalo e dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA) in Bethesda, Md.
Per la prima volta è stato dimostrato che fattori infiammatori che si sono prodotti durante lo sviluppo di un tumore di testa e collo, svolgono un ruolo attivo nel coordinare una serie di eventi cellulari che permettono alle cellule tumorali di crescere e moltiplicarsi senza ostacoli.
I risultati sono stati pubblicati il 20 settembre 2011 sull'edizione online
di Cancer Research.
I carcinomi a cellule squamose di testa e collo sono i più comuni tumori che colpiscono la voce e la capacità di parlare, ma le possibilità di trattamento sono limitate e, generalmente, sono la chirurgia, la radioterapia o entrambe.
La ricerca di trattamenti alternativi che siano meno intrusivi, e che possano prevenire il riformarsi del tumore, si sta dirigendo verso i geni che hanno a che fare con la soppressione o la genesi del tumore stesso.
Il gene p53 è spesso chiamato il "guardiano del genoma" a causa della sua attività di protezione
riparazione delle cellule danneggiate di DNA. Ha un forte peso sulla salute del genoma e può anche arrivare ad ordinare l'autodistruzione a cellule troppo danneggiate.
Non sarebbe quindi una sorpresa se mutazioni nel p53 che disattivassero i suoi poteri fossero alla base di molti tumori. I ricercatori stimano, infatti, che nel 40% dei casi dei tumori di testa e collo, il p53 abbia subito mutazioni.
Fortunatamente p53 ha dei fratelli, tra i quali p63 e p73, che potrebbero essere capaci di sostituire le funzioni antitumorali di p53 quando questo abbia subito mutazioni. Ma non lo fanno. Sul perché lavorano molti ricercatori tra i quali il Dr. Van Waes ed i suoi collaboratori.
La loro ricerca li ha portati a rivolgersi ad uno dei più importanti meccanismi di segnalazione del sistema immunitario, il fattore di necrosi tumorale TNF, che si produce quando le cellule tumorali cominciano a crescere, ed è il maggiore mediatore di infiammazione legata al cancro.
I ricercatori erano interessati, in particolare, alla relazione tra il TNF ed il gene chiamato NF-kappa beta (NF-?B), noto per innescare numerose oncogenesi che aiutano le cellule tumorali a sopravvivere ed a moltiplicarsi.
Utilizzando cellule squamose coltivate, marcatori del DNA e sofisticate tecniche genetiche, il Dr. Van Waes ed i suoi collaboratori sono riusciti ad essere testimoni di una serie di eventi che hanno cambiato i
membri della famiglia p53 da eroi in nemici.
Si è scoperto che il TNF ha prodotto il cambiamento con un segnale alla proteina NF-?B, dicendole di legarsi con p63, che disattiva il fratello p73. Il TNF coordina un'azione a tenaglia attivando una proteina che promuove la crescita del tumore e disattivando un'altra famiglia di proteine che prevengono la crescita tumorale. Tutto ciò lascia le cellule indifese nei confronti della proliferazione del tumore.
Il fattore di necrosi tumorale TNF ha già catturato l'interesse di alcuni sviluppatori di farmaci che hanno creato medicine che ne inibiscono la sintesi o la funzione.
Alcuni sono già stati sperimentati ed hanno mostrato di inibire lo sviluppo del tumore. Ma la scoperta del Dr. Van Waes e del suo gruppo allarga il possibili campo di azione.
La loro ricerca sta proseguendo con lo studio di un gruppo di possibili farmaci che possano inibire il TNF ed i segnali che attivano la proteina NF-?B, riattivando p73.
In futuro, sia farmaci che altre terapie che blocchino questo meccanismo potrebbero essere combinate con la radioterapia o con farmaci della chemioterapia a cui il cancro potrebbe essere molto sensibile.
Per saperne di più
National Institute on Deafness and Other Communication Disorders
TNF-α promotes
c-REL/ΔNp63α interaction and TAp73 dissociation from key genes that mediate growth arrest and apoptosis in head and neck cancer
(MDN)
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