Un importante passo in avanti nello studio genetico della Clamidia potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti ed allo sviluppo di un vaccino.
Per decenni la ricerca sulla Clamidia tricomatis è stata rallentata dal fatto che non si riusciva a manipolarne il genoma. Ora, ricercatori del Molecular Microbiology Group, alla University of Southampton, in assieme al Department of Virology, della Ben Gurion University of the Negev, in Israele, hanno decrittato il genoma.
L'infezione crea un'epidemia silenziosa perché la maggior parte dei casi non mostra sintomi e quindi, questi non vengono curati.
Può causare infiammazione pelvica e porta alla chiusura delle tube di
Fallopio, con conseguente infertilità ed un alto rischio di gravidanza ectopica.
Il Professor Ian Clarke della University of Southampton spiega che, con i colleghi israeliani,
ha scoperto che trattando la clamidia con ioni di calcio era possibile inserire pezzi di DNA esterno, e ciò può portare ad una migliore
comprensione della componente genetica aprendo nuove ipotesi terapeutiche.
Per provare le avvenute manipolazioni del genoma il gruppo di ricercatori ha inserito un gene per una proteina fluorescente nella Clamidia tricomatis che ha permesso di identificare le cellule infettate.
Per saperne di più
Il documento dettagliato dello studio sulla Clamidia è pubblicato sul Public Library of Science journal PLoS Pathogens ed è stato selezionato come Editor's Choice del girnale Science.
University of Southampton
(MDN)
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