Gli scienziati hanno trovato un nuovo modo per attaccare i superbatteri che si stanno diffondendo in
tutto il mondo.
In un articolo pubblicato il 10 febbraio sul giornale PLoS Pathogens, gli scienziati hanno dimostrato che, fermando la capacità dei batteri di degradare l'RNA - un processo di pulizia fondamentale per la loro capacità di prosperare - riuscivano a fermare, sia in laboratorio che sui
topi, lo Stafilococco Aureo, o MRSA, resistente alla
meticillina.
Il gruppo, diretto da un microbiologo presso lo University of Rochester Medical Center, sta ora sviluppando un composto strettamente collegato a quello oggetto di questo studio, ma progettato per essere molto più potente.
Paul Dunman, Ph.D., professore associato di Microbiologia and Immunologia allo University of Rochester Medical Center
and formerly of the University of Nebraska, spiega che tutto ciò può aprire la porta ad una classe
completamente nuova di antibiotici.
Il gruppo comprende anche scienziati della University of Nebraska, la University of Arkansas, Vanderbilt University, e il University of North Texas Health Science Center.
Il gruppo di Dunman ha scoperto che una molecola
conosciuta come RnpA è centrale nel processo di degradazione. Dopo aver bloccato l'attività della
RnpA, il gruppo ha testato più di 29.000 composti cercandone uno che inibisse la sua attività ed ha trovato una piccola molecola chiamata RNPA1000, che porta l'MRSA a fermarsi.
Il gruppo ha trovato che l'RNPA1000 è attiva contro i
tipi di di MRSA più diffusi negli Stati Uniti, compreso lo Staffilococco Aureo
resistente alla vancomicina, ed ha anche mostrato un'attività antimicrobica nei confronti di altri batteri come lo Staphylococcus epidermidis, lo Streptococcus pneumoniae resistente agli antibiotici e
l'Enterococcus faecium resistente alla vancomicina.
Il composto non interferisce con altri farmaci usati per trattare infezioni da MRSA come la vancomicina, la daptomicina o la
rinfampicina, ma interferisce con la oxacillina rendendola meno efficace.
Autori
Nella versione inglese di questa notizia trovate gli altri scienziati che hanno collaborato a questo studio.
Per saperne di più
University of Rochester Medical Center
(MDN)
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