Grazie ad una nuova tecnologia che permette di fare una "biopsia ossea virtuale", i ricercatori hanno trovato che la terapia per la
soppressione degli ormoni maschili, somministrata in caso di tumore alla prostata, è associata con un decadimento osseo.
La "biopsia virtuale ossea" potrebbe essere un utile strumento di controllo preventivo.
Il decadimento riguarda sia la parte corticale che
quella trabeculare, cioè sia la parte esterna più dura che la parte interna, più spugnosa, della testa dell'osso.
Il cancro alla prostata è il secondo cancro
maschile più diffuso nel mondo, e si stima che ci siano, solo negli Stati Uniti, 600.000 uomini nella condizione di essere trattati con la terapia anti-androgenica, ADT androgen deprivation therapy. Il tumore alla prostata ha bisogno degli ormoni maschili per svilupparsi e la terapia che sopprime la produzione di questi ormoni è il trattamento più comune.
Questo è il primo studio che esamina il cambiamento nella struttura delle ossa durante terapia
anti-androgenica.
Lo studio è stato condotto da Emma Hamilton, MBBS e Mathis Grossmann, MD, PhD, of the University of Melbourne in Australia.
Secondo Mathis Grossmann la fragilità ossea indotta dalla terapia potrebbe essere legata più alla carenza di testosterone che
a quella di estradiolo.
Alla ricerca hanno partecipato anche A. Ghasem-Zadeh, E. Gianatti, D. Lim-Joon, D. Bolton, R. Zebaze, E. Seeman and J.D. Zajac of the University of Melbourne in Australia.
L'articolo “Structural Decay of Bone Microarchitecture in Men with Prostate Cancer treated with Androgen Deprivation Therapy,” sarà pubblicato sul numero di Dicembre 2010 di
JCEM.
Fonte
The Endocrine Society
(MDN)
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