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Dall'Istituto Superiore di Sanità: battere il tumore controllando l'acidità (28/12/2010)

 

Sono alcune tra le nuove strategie antitumorali e combattono il tumore controllando l'acidità dell'ambiente in cui si sviluppano le cellule malate.
Si basano sull’utilizzo di farmaci che usano l’acidità tumorale come target o inibendo i meccanismi che la causano (inibitori di pompa protonica) o semplicemente tamponando (bicarbonato) o cambiando il loro stato una volta concentrati all’interno dei tumori (arancio di acridina).

Gli studi sono partiti dalla considerazione che l’acidità è una caratteristica del microambiente tumorale tanto che le cellule normali ai livelli di acidità nei quali normalmente cresce il tumore muoiono. Queste condizioni si creano progressivamente durante la crescita del tumore, con un iniziale accumulo di acido lattico, dovuto al metabolismo tumorale, e la successiva selezione di cellule che per sopportare l’incremento dell’acidità fanno iperfunzionare delle pompe cellulari che eliminano protoni all’esterno della cellula.

Sono cinque i trial clinici basati su un’alternativa alla chemioterapia. "L’obiettivo - spiega Stefano Fais, del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità - è quello di colpire soltanto il target molecolare che causa il tumore, per evitare gli effetti collaterali frequenti nelle terapie tradizionali utilizzando inibitori della pompa protonica per inibire la crescita della massa tumorale".

Nel mirino di queste terapie melanoma e osteosarcoma. Sono i primi due studi clinici eseguiti in Italia all’Istituto dei Tumori di Milano ed all’Università di Siena per i melanomi e presso il Gruppo Italiano dei sarcomi, con sede a Bologna per gli osteosarcomi.
Lo stesso approccio è utilizzato per combattere il carcinoma alla mammella presso la Fudan University di Shangai.

Anche il bicarbonato assunto per bocca potrà rientrare fra le nuove terapie anti-tumorali, utilizzato in Florida dal professor Robert Gatenby del Dipartimento di oncologia integrata al Cancer Center di Tampa.A Tokio, invece, il prof. Kusuzaki del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Edobashi usa una vecchia molecola, l’arancio di acridina per combattere i sarcomi. L’arancio di acridina si concentra negli organuli acidi della cellula e susseguentemente ad uno stimolo luminoso (raggi x) si trasforma in un composto altamente tossiche per le cellule tumorali, senza segni di tossicità per i tessuti normali circostanti.

Per saperne di più
Altre notizie sugli
inibitori di pompa protonica:
Buone notizie dalla FDA: nuova combinazione di antinfiammatori porta meno ulcere (28/06/2010)

FDA: i farmaci anti reflusso acido possono aumentare il rischio di fratture (27/05/2010)

Fonte
Istituto Superiore di Sanità

(MDN)

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
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