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Proprietà terapeutiche del rafano (31/07/2000)

Tra le circa duemila specie di vegetali appartenenti alla famiglia delle Brassicacee, particolare attenzione va dedicata al rafano (Armoracia Rusticana), una radice coltivata per lo più a scopo commestibile. Il rafano però, noto anche con i nomi di cren e barbaforte, contiene svariati componenti che ne fanno anche un ottimo rimedio terapeutico. Nella radice si trovano infatti i glucosinati, precursori naturali degli isotiocinati. Questo ha fatto del rafano un curioso oggetto di studio da parte dei ricercatori poiché si è scoperto che ad un danno subito dalle cellule vegetali, consegue un rilascio di glucosinati i quali vengono successivamente convertiti in isotiocinati dall'enzima mirosinasi. Gli studiosi sostengono, a tal proposito, che gli isotiocinati possano essere dei potenziali agenti protettori contro il cancro poiché molti di essi inibiscono l'effetto cancerogeno di svariate sostanze.
Ma il rafano non contiene solo isotiocinati, ma anche fenoli, acido ascorbico, resina, cumarine e zuccheri. La medicina lo utilizza per trattare le infezioni delle vie urinarie, le affezioni dell'apparato respiratorio e come stimolante i processi digestivi e diuretici.
Da assumersi generalmente prima dei pasti in dosi giornaliere di solito non superiori ai 2-4 grammi, un abuso può provocare fenomeni irritativi e vesciche. L'uso è sconsigliato in gravidanza, allattamento ed a coloro che presentano ridotta funzionalità tiroidea.

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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