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Fitoterapia: nuovi studi per la cura della psoriasi e della vitiligine (24/07/2000)

Il suo nome è Mahonia Aquifolium ed appartiene alla famiglia delle Berberidacee: si tratta di un piccolo arbusto tipico delle regioni montane del nord-ovest americano ed ultimamente è stata oggetto di studio per verificarne le proprietà terapeutiche nel trattamento della psoriasi. La pianta è costituita principalmente da oxyacantina, berberina e berbamina; questi componenti la rendono un'ottima antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica, antifungina ed antiproliferativa.
Le recenti ricerche americane hanno rivelato la capacità dell'estratto della corteccia della pianta di inibire la crescita delle cellule che danno origine all'epidermide, chiamate cheratinociti; altri studi hanno altresì dimostrato la capacità, esercitata soprattutto dai due alcaloidi berbamina ed oxyacantina, di inibire l'enzima lipossigenasi i cui prodotti nel metabolismo svolgono un ruolo importante nella patogenesi della psoriasi.
Allo studio della Mahonia Aquifolium si sono affiancati anche quelli di altre due piante, la Calaguala, appartenente alla famiglia delle Polypodiacee, ed il Leucotomos. La Calaguala, felce originaria dell'America Latina, ha dimostrato interessanti proprietà terapeutiche nel trattamento di diverse patologie cutanee, tra le quali trova spazio anche la psoriasi; gli acidi polinsaturi contenuti nella pianta, infatti, intervengono sul leucotriene B4, presente in forti quantità nella pelle degli psoriasici. Il Leucotomos, invece, tipico delle regioni dell'America Centrale, ha dimostrato effetti antiossidanti e fotoprotettori contro psoriasi e vitiligine.
Le tre piante aprono le porte a buone prospettive terapeutiche nella cura della psoriasi, anche se dovranno essere effettuate indagini accurate soprattutto riguardo gli aspetti tossicologici. L'uso delle piante, da effettuarsi preferibilmente sotto il controllo di uno specialista, deve comunque essere limitato ad un periodo piuttosto breve: non più di due settimane; questo per evitare spiacevoli effetti collaterali come sintomatologie gastrointestinali, azioni depressive su respirazione ed attività cardiaca, nefriti, causate soprattutto dalla berberina, sostanza epatotossica. Se ne sconsiglia inoltre l'uso a persone affette da problemi cardiocircolatori, a donne gravide o in periodo di allattamento.

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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