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Epatite C e interferone
(09/10/2001)

Si è condotta presso la "Medizinische Hochschule Hannover" in Germania, una valutazione dell'andamento dell'infezione virale in 44 pazienti affetti da epatite C acuta e che assumevano interferone alfa-2b. Nel corso dello studio, diretto dal dr. Michael P. Manns, ai pazienti è stata somministrata una terapia giornaliera con 5 milioni di U interferone per un mese, seguita da una terapia con somministrazione trisettimanale durata cinque mesi. Prima di procedere alla terapia, nel corso della stessa e per i sei mesi successivi, il dr. Manns e colleghi hanno misurato i livelli sierici dell'RNA virale dell'epatite C.
Al termine del lungo periodo di controllo, i ricercatori hanno rilevato che l'interferone alfa-2b è in grado di prevenire l'infezione di tipo cronico nei pazienti con patologia acuta; i risultati, infatti, hanno dimostrato che quasi la totalità dei pazienti affetti da questo tipo di epatite può essere curato con una monoterapia a base di interferone. Nel complesso, la terapia è stata ben tollerata e solo un paziente è stato costretto ad interrompere a causa degli effetti collaterali.
In campo medico la scoperta è considerata di rilievo poiché nell'80 per cento dei soggetti l'epatite cronicizza e dunque una cura nello stadio acuto può impedire il progredire di tale situazione riducendo anche il rischio di trasmissione.

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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