Pressione sanguigna ed inquinamento atmosferico in uno studio della Dr.ssa Jutta Stieber e dei suoi colleghi del GSF National Research Center for Environment and Health di Neuherberg
(09/05/2001)

Sono dei ricercatori tedeschi ad affermare che modifiche considerevoli a carico dei livelli di inquinamento atmosferico possono rendersi responsabili di cambiamenti significativi a carico della pressione sanguigna soprattutto in soggetti già a rischio di ipertensione. La Dr.ssa Jutta Stieber ed i suoi colleghi del GSF National Research Center for Environment and Health di Neuherberg sostengono che è necessaria l'individuazione di tutti i potenziali fattori di rischio di mortalità e morbilità cardiovascolare.
La Stieber e la sua equipe hanno esaminato gli effetti esercitati dall'inquinamento atmosferico particellare e dagli aspetti meteorologici sulla pressione sanguigna di oltre 2.600 uomini e donne adulti; essi sono stati intervistati dal 1984 al 1985 e di nuovo dal 1987 al 1988, periodi durante i quali sono state anche raccolte le concentrazioni medie nelle 24 ore degli agenti inquinanti dell'aria. Considerando che nel mese di gennaio dell'anno 1985 si verificò un episodio di inquinamento atmosferico che interessò tutta l'Europa centrale al quale conseguì un numero elevato di ricoveri ospedalieri per patologie cardiovascolari, è ben presto spiegato come mai proprio in questo periodo fu osservata una correlazione fra pressione sanguigna ed inquinamento atmosferico; tale associazione scomparve dopo aver controllato la temperatura, la pressione barometrica e l'umidità relativa. Tuttavia i ricercatori scoprirono che fra gli individui che presentavano un'elevata viscosità plasmatica oppure frequenze cardiache elevate, l'aumento della pressione sistolica in risposta all'inquinamento era pari a 6.93 mm Hg e 7.76 mm Hg e che l'aumento della pressione sanguigna portò alcuni pazienti normotensivi entro il range d'allarme dell'ipertensione.
L'equipe teutonica sostiene che ulteriori studi dovranno essere condotti per confermare, o smentire, la loro supposizione che gli effetti dell'inquinamento atmosferico potrebbero essere mediati da un cambiamento nel controllo cardivascolare da parte del sistema nervoso autonomo.

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