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Come si ripara il Dna
(04/02/2002)

Il Dna viene considerato una lunghissima molecola costituita da sequenze di geni e di materiale inerte; in seguito agli effetti sortiti dalla radioterapia e dalla chemioterapia può succedere che questa molecola si spezzi.
Proprio in funzione di questo danno a carico del Dna, la biologa Huizenga Dronkert della Erasmus University di Rotterdam, ha condotto una ricerca nel corso della quale ha scoperto che la molecola danneggiata è in grado di rigenerarsi grazie ad un "gene ingegnere" identificato nel Rad54. Il Dna ha svariate possibilità di riparare i danni subiti: tramite la ricombinazione omologa e cioè copiando le informazioni da un'altra molecola intatta, tramite la procedura careless e cioè sostituendo al segmento danneggiato un segmento simile, o ancora incollando i lembi della sequenza dove è avvenuta la rottura. La via più corretta e meno a rischio per la perdita di informazioni genetiche è sicuramente la ricombinazione omologa.
Secondo quale criterio allora il nostro Dna sceglie la strada meno rischiosa per rigenerarsi? Presto detto: grazie alla presenza del gene Rad54. I ricercatori hanno simulato in laboratorio gli effetti sortiti da una radioterapia su cellule di topo scoprendo che i topi nel cui patrimonio genetico era stato disattivato il gene citato hanno sempre scelto una delle altre due vie per riparare il danno. La scoperta sarà utile non solo per mettere a punto nuovi trattamenti terapeutici, ma anche per identificare i soggetti più esposti ai rischi che una radioterapia ed una chemioterapia comportano.

 


L'armadietto omeopatico casalingo
(del Dott. Turetta)
Quali sono i problemi o le disfunzioni che possono giovarsi di un intervento omeopatico d'urgenza e, di conseguenza, come dovrebbe essere un ideale armadietto medicinale omeopatico casalingo.


 

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