Sarà in orbita la coltivazione di cartilagine per innesti ortopedici? (01/12/2000)

Le missioni nello spazio ormai non stupiscono più: dal 1969 quando Luis Armstrong mise piede per la prima volta sulla Luna si sono susseguite una serie di missioni volte a studiare corpuscoli celesti e pianeti e non ultimo volte alla scoperta di nuove galassie costituite da pianeti magari abitati.

Ma forse quella di creare un laboratorio medico scientifico in orbita è la missione più interessante mai proposta.

A tal proposito sia la Nasa che l'Esa (European Space Agency) hanno già firmato svariati contratti con Istituti scientifici e case farmaceutiche ed alla fine del mese scorso è partita la prima missione di permanenza umana.

Obiettivo: costruire una Stazione Spaziale Internazionale ove coltivare la cartilagine destinata ad interventi ed innesti ortopedici.

Il successo della missione, dopo aver fatto i conti con la possibilità umana di permanere per lungo tempo in orbita, trova spazio nell'assenza di gravità che può garantire migliori condizioni di coltivazione di organi e tessuti ed in tempi più veloci rispetto alla Terra.

La proposta della coltivazione cartilaginea proviene peraltro da uno scienziato italiano, Augusto Cogoli: l'impresa, che avrà inizio nei primi mesi del 2001, verrà attuata installando nello spazio un bioreattore, vale a dire un ambiente consono alla coltivazione cellulare.