I fattori ambientali sono determinanti per la
comparsa di malattie tiroidee autoimmuni (AITD) nei
soggetti sensibili.
Fattori ambientali ne influenzano l'insorgenza nel
20% circa dei casi, in quanto associati
all'attivazione della risposta immunitaria innata.

Un gruppo di ricercatori italiani ha analizzato
alcuni fattori ambientali che possono influenzare lo
sviluppo di tiroiditi autoimmuni.
L'aumento dell'assunzione di iodio, la carenza di
selenio e vitamina D, l'esposizione alle radiazioni,
di origine terapeutica o meno, sono fattori
ambientali che aumentano AITD.
Il fumo di sigaretta è associato alla malattia di
Graves e all'oftalmopatia di Graves, mentre
diminuisce il rischio di ipotiroidismo e
autoimmunità tiroidea.
Le infezioni virali sono importanti fattori
ambientali anche nella patogenesi dell' AITD, in
particolare il parvovirus umano B19 (EVB19) e il
virus dell' epatite C.
Tra i molti contaminanti chimici, gli
organoclorurati alogenati e i pesticidi perturbano
la funzione tiroidea in modo variabile.
I bifenili policlorurati e i loro metaboliti e gli
eteri etilici polibromurati si legano alle proteine
di trasporto della tiroide, come la transtiretina,
la tirossina, e perturbano la funzione tiroidea.
Tra i farmaci, l' interferone e i farmaci contenenti
iodio sono stati associati con AITD.
Inoltre la disbiosi intestinale causa tiroidite
autoimmune.
Le malattie autoimmuni
della tiroide comunemente colpiscono più
frequentemente le femmine rispetto ai maschi, come
avviene per molte altre malattie autoimmuni.
Questo è probabilmente
dovuto alle differenze tra il sistema immunitario
maschile e femminile, presenti in molte specie
animali: i maschi hanno la soppressione immunitaria
rispetto alle femmine, che è legata all' attività
sessuale maschile.
Le femmine mostrano una
maggiore reattività immunitaria, e questo aumento
dell'immunocompetenza potrebbe tradursi in una
maggiore resilienza ai disturbi infettivi e non
infettivi.
Per saperne i più
Environmental Issues in Thyroid Diseases
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Marco Dal Negro |